Un caso destinato a far discutere. Da eroe a imputato il passo è breve. E' accaduto in Argentina dove l'agente di polizia Luis Oscar Chocobar si è ritrovato alla sbarra, sotto processo, con l'accusa di omicidio. I fatti risalgono allo scorso 8 dicembre, quando il poliziotto aprì il fuoco freddando uno dei due rapinatori (un giovane di 18 anni) che avevano attaccato, con un coltello, un turista statunitense nel quartiere La Boca di Buenos Aires. Per il suo intervento, l'agente era stato definito un eroe. La storia, però, aveva in serbo per lui un altro finale. Al poliziotto, riferisce il Clarin, è stato chiesto anche il pagamento di 400mila pesos (circa 16 mila euro) "per coprire le spese della causa".

IERI MI CHIAMAVANO EROE, ORA MI VEDONO COME UN ASSASSINO
Lui ovviamente si sfoga. "E' doloroso, perché ieri mi chiamavano eroe e ora mi vedono come un assassino", ha detto Chocobar. Il poliziotto, che ora dovrà difendersi dall'accusa di "eccesso di legittima difesa", ha ammesso di "aver paura di tutto ciò che sta accadendo" e ha denunciato che il giudice incaricato del caso "vuole mettermi in prigione".

L'AGENTE: "MI SENTO ABBANDONATO"
"Penso che la giustizia, nel mio caso particolare, non mi stia sostenendo, mi sento abbandonato", ha spiegato il sottufficiale. Quel giorno Chocobar è stato arrestato e detenuto per 72 ore. "Ho dovuto dormire sul pavimento finché il mio avvocato non mi ha procurato un materasso, poi ho dovuto dividere la cella con un detenuto", ha detto l'agente quando è stato rilasciato l'11 dicembre. In quell'occasione, la ministra della Sicurezza Argentina Patricia Bullrich ha dichiarato che rimetterlo in libertà era "giusto" perché il poliziotto "ha soccorso il turista, che aveva ricevuto 10 coltellate".

UN ACCOUNT SU TWITTER
Il poliziotto ha creato un account Twitter per riferire dei progressi della giustizia contro di lui. "Dal profondo del mio cuore so che ho agito in buona fede e in conformità con il mio dovere di poliziotto", ha scritto Chocobar.