Il governo argentino ha disposto l'espulsione dal suo territorio dell'ex guerrigliero cileno Galvarino Sergio Apablaza Guerra, cui, dallo scorso mese di dicembre, era stato revocato lo status di rifugiato politico e sul quale pesa una richiesta di estradizione cilena dal 2004. Apablaza è accusato nel suo paese di aver pianificato nel 1991 l'assassinio del senatore Jaime Guzma'n Erra'zuriz, appartenente al partito del generale Augusto Pinochet, e successivamente del sequestro dell'imprenditore Cristia'n Edwards.

DECRETO DI ESPULSIONE PER L'EX TERRORISTA
Secondo quanto riporta oggi il quotidiano "El Cronista", l'ex guerrigliero cileno recatosi nelle scorse ore presso le autorità migratorie, si è visto rifiutare il rinnovo del visto di residenza scaduto mentre gli è stato invece notificato un decreto di espulsione per "atti di terrorismo". Apablaza, la cui moglie era impiegata presso l'amministrazione della Presidenza argentina, era stato accolto come rifugiato nel 2010 dal governo di Cristina Fernandez, fatto che aveva aperto una controversia diplomatica con il governo dell'allora presidente cileno Sebastian Pinera.

UN GESTO DEL PRESIDENTE MACRI?
La revoca dello status di rifugiato è interpretata quindi dalla testata argentina come "un gesto" del presidente Macri nei confronti di Pinera avvenuto a pochi giorni dalla vittoria di quest'ultimo nelle elezioni presidenziali dello scorso dicembre. Da parte sua Apablaza, uno dei fondatori del "Frente Patriotico Manuel Rodriguez" aveva fatto appello contro la revoca dell'asilo da parte della Commissione nazionale dei rifugiati (Conare), organo integrato, fra altri, da rappresentanti del ministero degli Esteri e degli Interni.