Si chiama 'Harvard Model United Nations'. È la simulazione dell'ONU presentata da una delle più prestigiose università al mondo. Un 'prova per il futuro' si potrebbe definire se non fosse che arriva da una nome che incute rispetto come quello di 'Harvard'. E infatti Harvard non consente prove, anche se porta uno accanto all'altro 3.000 giovani, provenienti da ogni parte del mondo alla loro prima esperienza nel settore.

Eccoli, studentesse e studenti, forse il meglio che oggi può proporre il panorama scolastico a livello globale. Si tratta di una simulazione, ma che sicuramente potrebbe portare risultati più efficienti e concreti che la si traslasse nelle autentiche sale del Palazzo di Vetro.

Come funziona?

All'Harvard Model United Nations gruppi di ragazze e ragazzi rappresentano una nazione, della quale devono portare avanti le istanze, sì proprio come succede nelle assemblee dell'ONU. E il gruppo si dedica alla propria nazione. Poi ecco che si comincia a dover far ascoltare la propria voce. Alla fine della 65ª edizione dell'Harvard Model United Nations, ecco che sono state effettuate le premiazioni e, nel momento più emozionante, sul palco, per una menzione particolare, è stata chiamata una ragazza italiana, Chiara Bargellesi, 17 anni, originaria di Montebelluna, frequenta il liceo scientifico 'Primo Levi', anche se quest'anno, per un po' si è fermata in Virginia, a Suffolk, un altro modo di fare esperienza.

Ma l'evento di Cambridge è stato davvero unico non solo per Chiara, ma anche per l'Italia. Infatti nella lunga storia della manifestazione non era mai successo che una 'menzione d'onore' andasse a un nostro studente. Una prima volta davvero particolare, anche perché poi il compito di Chiara non era per nulla facile. Le era capitato da rappresentare, assieme al suo gruppo, il piccolo Vietnam. Poco influente, non era facile farsi sentire. Invece Chiara ce l'ha fatta al punto che, a conclusione della manifestazione, il suo nome è risuonato nella sala per la menzione d'onore.

Battuta la concorrenza di altri 3.000 studenti e tutti, quando si arriva ad Harvard, vogliono farsi sentire perché si tratta di una occasione unica, che può capitare una sola volta nella vita. Harvard non apre le porte a tutti, anzi, sono davvero in pochi coloro i quali hanno l'opportunità di far sentire il proprio nome all'interno di quelle mura storiche e uniche.

"Non me l'aspettavo - è stato il primo commento della studentessa veneta - c'erano centinaia di americani, agguerritissimi che per quella menzione avrebbero fatto di tutto, perché la competizione era davvero molto forte". Chiara Bargellesi invece li ha messi tutti fuori gioco, con una tattica, una preparazione che ha colpito in maniera totale la commissione preposta a giudicare i progetti esposti.

"Ho voluto soltanto lavorare bene con gli altri - ha spiegato Chiara - e fare ascoltare le mie idee". Tranquilla e altamente determinata nel proprio compito, Chiara Bargellesi per quattro giorni ha lavorato, come se fosse davvero alle Nazioni Unite, nella Commissione Speciale sulla Riforma dell'ONU e sulla Innovazione.

Con lei altri 128 ragazzi, provenienti da 40 nazioni in tutto il pianeta. Una riunione unica, una prima volta che non ha spaventato la studentessa italiana, ormai a suo agio a Harvard come lo sarebbe stata, c'è da scommetterci, anche alle vere Nazioni Unite. La studentessa di Montebelluna, il cui futuro nell'ambito mondiale sembra ormai un fatto certo, ha infatti un fresco precedente che si chiama YoungG7. Organizzato a Catania l'anno scorso in occasione del G7.

Un evento voluto per essere dedicato ai giovani con l'obiettivo di contribuire alla agenda del G7, quello autentico, una maniera per far sì che anche gli studenti potessero offrire il proprio punto di vista e che si è svolto a Catania, dal 23 al 25 maggio, proprio nei giorni precedenti il G7, con 150 giovani italiani riuniti tutti assieme per parlare di economia, politica, finanza, tutto. E da quella prima esperienza, la ragazza di Montebelluna è arrivata fino ad Harvard, passando da Suffolk, dove poi è rientrata una volta conclusa la riunione alle...Nazioni Unite.

Da cinque mesi infatti Chiara si trova nella cittadina della Virginia, ma anche questa è una esperienza speciale, diversa dalle solite. Vive infatti in una fattoria di mormoni e prima di andare a studiare materie come matematica, arte e governo ovviamente, la mattina si prende anche cura degli animali. Da veneta di Montebelluna, si sta trasformando in una americana a 360 gradi, ma alla fine rimane sempre italiana. A questo punto la domanda è una sola: chissà dove la incontreremo tra qualche anno...