Toys'R'Us ha deciso di vendere entro metà aprile i suoi 735 negozi negli Stati Uniti. Lo riportano il Wall Street Journal e il Washington post sottolineando che la mossa mette a rischio 33.000 posti di lavoro.

L'ANNUNCIO DOPO LA BANCAROTTA DI SETTEMBRE
L'annuncio arriva sei mesi dopo che la catena che ha venduto giocattoli per mezzo secolo ai bambini americani ha avviato, lo scorso settembre la procedura di bancarotta sperando così di potersi proteggere dai creditori e reinvestire nei negozi. La mossa, purtroppo non ha funzionato e il tentativo di rilancio è fallito. Da qui la decisione di chiudere o di rivendere i punti vendita degli States. Il colosso dei giocattoli inoltre, pianifica una "riorganizzazione" e un "processo di vendita" per le sue attività anche in Canada, Asia, Germania, Austria e Svizzera. Toys'R'Us ha inoltre dichiarato che ci sono altre opzioni aperte per altre operazioni estere, inclusi i suoi negozi in Francia, ma anche in Australia, Polonia, Portogallo e Spagna.

BRANDON: SONO MOLTO DISPIACIUTO
"Sono molto dispiaciuto - ha commentato il ceo Dave Brandon - ma non abbiamo più il supporto finanziario per continuare le operazioni negli Stati Uniti. Stiamo implementando un processo ordinato di chiusura delle operazioni negli Stati Uniti e di riorganizzazione e vendita di alcuni business all'estero".

SI LAVORA PER RIDURRE L'IMPATTO DELLE LIQUIDAZIONI
La catena ha detto di aver lanciato allo stesso tempo una procedura di gara per i suoi negozi canadesi e di essere "nelle discussioni con le parti interessate per un'operazione che unisse fino a 200 negozi tra i più redditizi degli Stati Uniti con le sue operazioni canadesi". "Il gruppo e i suoi consulenti stanno lavorando per ridurre al minimo l'impatto delle liquidazioni", ha dichiarato ancora Brandon, ceo di Toys'R'Us.