Sulla riunione del G20 finanziario a Buenos Aires incombe lo sprettro dei dazi statunitensi. Donald Trump ha infatti minacciato di raddoppiare le misure protezionistiche doganali, in particolare per quanto riguarda i provvedimenti contro la Cina.

I dazi per la "salvaguardia dei prodotti statunitensi" potrebbero passare dai 30 miliardi di dollari ipotizzati in prima battuta dai suoi consiglieri a 60 miliardi. Una guerra commerciale che minaccia di avere risvolti negativi per tutti, non solo per la Cina.

Con questo scenario a far da contorno, difficile per i ministri e i delegati dei venti paesi più influenti della Terra poter discutere con serenità di manovre e misure da adottare. Anche perché resta la tensione su un altro aspetto, quello sui tassi da parte della Fed.

A rappresentare l'Italia a Buenos Aires c'è il ministro dell'Economia uscente, Pier Carlo Padoan, mentre è atteso con grande interesse l'intervento di Mario Draghi. Da parte dei paesi europei resta in piedi l'ipotesi di misure di ritorsione sui prodotti commerciali statunitensi, oltre che l'introduzione di una web tax contro i colossi del web.