In Italia 18 milioni di persone sono a rischio povertà o di esclusione sociale. L’allarma viene lanciato dalla Cgia e fa riferimento all’aumento delle tasse nell’Unione Europea a fronte di una spesa sociale tra le più basse d’Europa.

La crisi degli ultimi anni ha fatto sì che “nella gran parte dei Paesi mediterranei fossero imposte misure economiche di austerità e di rigore volte a mettere in sicurezza i conti pubblici – fa sapere la Cgia -. Un’operazione perseguita attraverso uno smisurato aumento delle tasse, un forte calo degli investimenti pubblici e un corrispondente taglio del welfare state”.

“Da un punto di vista sociale – spiega il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – il risultato ottenuto è stato drammatico: in Italia, ad esempio, la disoccupazione continua a rimanere sopra l’11 per cento, mentre prima delle crisi era al 6 per cento. Gli investimenti, inoltre, sono scesi di oltre 20 punti percentuali e il rischio povertà ed esclusione sociale ha toccato livelli allarmanti. In Sicilia, Campania e Calabria praticamente un cittadino su 2 si trova in una condizione di grave deprivazione. E nonostante i sacrifici richiesti alle famiglie e alle imprese, il nostro rapporto debito/Pil è aumentato di oltre 30 punti, attestandosi l’anno scorso al 131,6 per cento”.