Dopo molte incertezze, nell'ottobre scorso il Gobierno Regional de Arequipa ha dato il benestare per il progetto del ponte La Joya, opera da 107 milioni di dollari. La realizzazione dell'infrastruttura è stata affidata al consorzio italiano Pizzarotti e al gruppo peruviano Eralma e impiegherà una ingegneria mia vista nel Paese sudamericano dal momento che prevede la costruzione del ponte su due fronti, o semiarchi, che verranno poi uniti attraverso gru.

Ma intanto infuriano le polemiche. La Asociacion de Empresas Privadas Metalmecanica del Perù (Aepme) è infatti andata all'attacco dell'italiana Pizzarotti: "Non è stato registrato l'acquisto del materiale e non ha esperienza nella realizzazione di ponti in acciaio e per questo vuole coinvolgere un'altra azienda italiana, Cimolai per l'esecuzione del 90% del progetto - ha dichiarato il direttore generale Victor Lazo - violando in questo modo la legge sugli appalti. Si deve rifare la licitazione per dare una opportunità alle aziende metalmeccaniche peruviane". Ma è arrivata anche la risposta della Pizzarotti. "Abbiamo già iniziato la costruzione - ha dichiarato Alfio Cirami, rappresentante del gruppo - e tutto l'acciaio è stato acquistato in Italia, stiamo ora fondendo i pezzi in Europa perchè il montaggio inizierà tra otto mesi e l'opera verrà consegnata nei tempi previsti, estate 2019. Per quello che riguarda le accuse, falso pensare a un terzo costruttore, se abbiamo pensato a un subappalto lo si è fatto solo per il montaggio e il trasporto, che rappresentano il 15% e non il 90%. Finora non è stato deciso nulla, ma deve essere chiaro che l'acquisto del materiale e la costruzione del ponte la faremo direttamente".

L'Impresa Pizzarotti è stata fondata nel 1910, diventata società per azioni nel 1961, ha la propria sede a Parma, e oggi è un gruppo nel campo costruzioni presente in diverse parti del mondo.