Anche quest’anno è partito ufficialmente l’italiano nelle scuole elementari pubbliche uruguaiane con una particolarità: solo un’ora e mezza di insegnamento a settimana divisa in due lezioni di 45 minuti.

Un’ora e mezza a settimana può bastare per imparare la lingua di Dante?  Certamente no, questo è sotto gli occhi di tutti. L’auspicio - per tutti gli amanti dell’italianità- è che si possa fare di più come accadeva in passato e magari coinvolgere altre istituzioni a partire dalle università. Perché nonostante gli sforzi e gli impegni delle tante persone coinvolte, che senso hanno 90 minuti di italiano nelle scuole?

Perché non provare con qualcosa di diverso e più innovativo? Attualmente questi corsi sono finanziati dal Governo italiano e vengono organizzati dal Casiu (Centro Assistenza Scolastica Italia Uruguay) con la collaborazione del Dipartimento di Seconde Lingue dell’Anep (Administración Nacional de Educación Pública).

Il nuovo anno scolastico, iniziato il primo marzo in Uruguay, prevede per alcuni istituti l’inclusione dell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua straniera. In base ai dati forniti dal Casiu, sono 34 le scuole di tutto il paese coinvolte in questo programma destinato agli studenti del quinto e del sesto anno: 14 a Montevideo e 20 nel resto del paese.

I numeri sono molto simili a quelli degli scorsi anni con l’unica differenza che c’è stato un incremento della presenza dell’interno rispetto alla capitale. Di questi numeri, tuttavia, manca ancora l’ufficialità poiché “restano ancora alcuni docenti da confermare”.  Per il momento dunque a Montevideo ci sono 13 scuole confermate ma il Casiu spera di aggiungerne un’altra e arrivare a 14.

58 sono i gruppi in totale nella capitale. Nell’interno, fino a questo momento, le scuole confermate sono 18, tra cui: Artigas, Bella Unión, Pando, Sauce, Melo, Colonia, Carmelo, Trinidad, Maldonado, Paysandú, Rivera, Salto, Mercedes, Tacuarembó.  L’obiettivo è quello di arrivare a 20 e di formare così 91 gruppi.

Nonostante il poco tempo di un’ora e mezza a settimana, per la presidente del Casiu Graciela Zanini “questi corsi rappresentano una grande opportunità per i ragazzi che dimostrano sempre un grande interesse per la materia. Lo ha potuto constatare più volte anche il dirigente scolastico dell’Ambasciata Antonella Agostinis”.

Fondamentale - ripetono dal Casiu - è la questione del finanziamento che arriva dall’Italia per portare avanti questo compito: “Facciamo il massimo in base alle risorse disponibili e alle necessità delle scuole. Il nostro obiettivo è quello di poter lavorare a stretto contatto con le autorità e raggiungere un numero sempre più alto di studenti. Magari ci fossero più risorse e ci fosse un appoggio più consistente da parte delle istituzioni. In ogni caso, con quello che abbiamo facciamo un grande lavoro”. La dimostrazione di tutto ciò - per la Zanini - è “il materiale umano che abbiamo con docenti straordinari che a volte fanno addirittura di più di ciò che realmente gli corrisponde. Questo perché hanno una grande voglia di fare. Il loro impegno è notevole”.

La storia della lingua italiana in Uruguay ha radici molto profonde che risalgono al secolo scorso. Bisogna ricordare che dal 1942 - sotto la presidenza di Alfredo Baldomir Ferrari (discendente italiano) - venne sancita l’obbligatorietà dell'insegnamento nelle scuole  pubbliche. Oltre 60 anni dopo, nel 2006, il Governo uruguaiano cancellò questa misura.

È questo il tasto dolente che la presidente del Casiu continua a ripetere e che non ha mai digerito: “Per tutti quelli della mia generazione che hanno avuto l’opportunità di studiare l’italiano nel liceo quella scelta fu un gravissimo errore. Non mi stancherò mai di dirlo”. Attualmente l’italiano viene insegnamento nelle scuole elementari grazie a un accordo tra l’Ambasciata italiana e il CEIP (Consejo de Eduación Inicial y Primaria) che va avanti dal 2003 e che viene rinnovato ogni anno. Quando ci si siederà intorno ad un tavolo per “rinegoziare” l’accordo? Perché è inutile ripeterlo con 90 minuti a settimana non si insegna la lingua italiana…