Prima notte in carcere per Inacio Lula da Silva. Alla fine, l'ex presidente del Brasile si è arreso e si è consegnato agli agenti della polizia federale. Dopo una giornata convulsa, a tratti drammatica, l'esponente politico ha scelto di non infiammare ulteriormente gli animi ed lasciato la sede del sindacato a San Paolo, dove era barricato da giorni, e si è costituito. Sebbene i presidenti brasiliani della storia recente siano regolarmente finiti nei guai - imputati, fatti crollare da un colpo di stato e persino da un solo suicidio - Lula è stato il primo a essere condannato per corruzione e incarcerato. La sua nuova casa, adesso, è una cella di circa 15 metri quadrati nella sede della polizia federale a Curitiba: l'ex premier deve scontare una condanna a 12 anni per corruzione.

L'ULTIMO COLPO DI CODA PRIMA DI ARRENDERSI
Prima di arrendersi, Lula ha dato l'ultimo colpo di coda, arringando la folla dei suoi sostenitori. Annunciando sì che si sarebbe consegnato alla polizia, ma continuando a gridare la sua innocenza. E quando è salito su un'auto per andarsi a consegnare, la folla lo ha bloccato, costringendolo a rientrare nell'edificio. La tensione è salita alle stelle, con i dirigenti del sindacato e del partito dei lavoratori che hanno tentato di calmare i manifestanti, invitandoli a sgomberare. Lula, per tutta la giornata, ha continuato a tergiversare, forse facendosi forte della protezione dei suoi. Prima a chiesto di consegnarsi solo dopo la messa in memoria della moglie. Poi dopo un pranzo con i familiari, infine ha chiesto un'ulteriore proroga per poter vedere domenica sera una partita di calcio tra Palmeiras e Corinthians.

LA TRATTATIVA TRA GLI AVVOCATI E LA POLIZIA
Rintanato da giorni nella sede del sindacato Abc, alla fine l'ex presidente ha deciso di cedere e piegarsi al mandato d'arresto emesso giovedì dal giudice Sergio Moro. Il termine massimo perché si costituisse, fissato dal magistrato simbolo delle inchieste anticorruzione, era scaduto venerdì pomeriggio ma il leader politico era rimasto rinchiuso nella sede sindacale, circondato da migliaia di simpatizzanti. Una situazione esplosiva, che rendeva di fatto impossibile alla polizia federale arrestarlo con un'azione di forza, senza correre l'altissimo rischio di scontri. Nel giorno in cui anche l'ultima richiesta di sospendere l'arresto è stata respinta dal Tribunale federale supremo, a sbloccare apparentemente l'impasse è stato un accordo tra gli avvocati e la polizia: Lula, hanno assicurato i legali, si sarebbe consegnato spontaneamente alle forze dell'ordine dopo una messa per la seconda moglie Marisa Leticia, morta a febbraio dell'anno scorso e che avrebbe compiuto 67 anni proprio il 7 aprile.

LA CERIMONIA SI TRASFORMA IN UN COMIZIO POLITICO
La cerimonia si è trasformata in un comizio politico accanto alla sede del sindacato. A più riprese i sostenitori hanno inneggiato alla "resistenza" e hanno incitato Lula a non consegnarsi. Lui, vestito con una semplice t-shirt scura, ha risposto con gesti e saluti, scambiando abbracci e gesti d'intesa con gli altri politici sul palco. Al suo fianco anche la fedelissima ex presidente brasiliana Dilma Roussef. Alla fine della celebrazione Lula si è lanciato in una lunghissima arringa. Polizia federale e pubblico ministero, ha attaccato, "hanno mentito" sulla sua vicenda giudiziaria. "Non li perdono per aver trasmesso alla società l'idea che io sia un ladro. Io non mi nascondo, non ho paura di loro e non abbasserò il capo. Chi mi accusa non ha la coscienza a posto come me". Lula si è comunque detto pronto a entrare nella cella speciale allestita per lui a Curitiba, senza sbarre e separata dagli altri prigionieri, anche se piuttosto semplice, senza comodità come televisione o minibar. E così è stato. L'arresto pone fine con ogni probabilità alla sua intenzione di presentarsi come candidato alle presidenziali di ottobre.

NOVE FERITI NEGLI SCONTRI ALL'ARRIVO DI LULA IN PRIGIONE
Nove persone, tra cui una bambina e un poliziotto, sono rimaste comunque ferite nei disordini avvenuti fuori dal quartier generale della polizia federale di Curitiba durante l'ingresso in carcere dell'ex presidente brasiliano. Gli incidenti si sono verificati quando l'elicottero in cui viaggiava Lula è atterrato nei locali e due petardi sono esplosi tra la folla di sostenitori di Lula, secondo la polizia militare. Gli agenti federali che erano all'interno del quartier generale della polizia hanno reagito, lanciando gas lacrimogeni che hanno costretto i sostenitori del leader del Partito dei lavoratori (PT) a disperdersi lungo la strada. Le forze di sicurezza hanno anche usato proiettili di gomma contro la massa di manifestanti che hanno sostenuto Lula. Nessuno dei feriti è in gravi condizioni, anche se alcuni di loro sono stati trasferiti negli ospedali della zona, secondo l'agenzia. A pochi metri di distanza, decine di detrattori del leader carismatico erano anche concentrati e sono stati costretti, in modo pacifico, a lasciare il posto, come i giornalisti. Prima dell'arrivo di Lula, un gruppo di polizia militarizzata aveva già stabilito un cordone di polizia, con una separazione di 30 metri, per evitare lo scontro tra le due parti.