Ci sono parate che nascono imperfette, ma che possono diventare provvidenziali con un secondo intervento.
Noi le chiamiamo "parate in due tempi".
Ecco, Gigi, c'è bisogno di un secondo tempo per quelle parole che ti sono scappate dopo Real-Juve, come un pallone viscido.
Riprendile in mano, strozzale, cancellale, chiedi scusa, prodezza che riesce solo agli uomini di valore.
Il rigore era discutibile, ok. Comprendiamo fino in fondo l'amarezza atroce di un'impresa sfumata in quel modo, all'ultimo respiro. Avevamo già in testa un epilogo ai rigori e ti immaginavamo gigantesco tra i pali del Bernabeu, come Zoff nell'82.
Avresti meritato di sigillare una carriera leggendaria stringendo le grandi orecchie di quel trofeo. Nel 2006 hai sollevato la coppa del mondo, tu sei il Muro di Berlino.
Chi ti ha ammirato per 20 anni ha speso tutta la comprensione umana per giustificare il tuo sfogo. Ma a un certo punto abbiamo dovuto fermarci: le parole del dopo-partita non ci stanno dentro.
Ci ha fatto male prendere atto che le peggiori sono state le ultime, dopo la doccia, quando avresti avuto tutto il tempo per raffreddare l'istinto e riprendere in mano il senso di responsabilità, richiesto a un uomo di sport e, ancor di più, al capitano della Nazionale.
Un arbitro non sarà mai "un killer" o "un animale".
La sensibilità che rimproveri a Oliver doveva suggerirti di evitare di parlare di "crimini contro l'umanità", anche se solo "sportiva", nei giorni della Siria e dei bambini sotto tiro.
Tu hai dato spesso prova di grande sensibilità. Forse la depressione ti ha attaccato anche per questo. Splendide le lacrime che hai pianto in campo dopo Italia-Svezia.
Quella notte confidasti: "Mi spiace per i bambini che quest'estate non vedranno l'Italia ai Mondiali". Appunto, Gigi. Pensa ai bambini e ai ragazzi che orientano i loro comportamenti su quelli dei campioni.
Tu da sempre sei uno dei più amati e più seguiti.
Metti che nel prossimo week-end qualche giovane giocatore suggerisca all'arbitro di andarsene in tribuna a mangiare patatine. Si sentiranno legittimati a farlo: "L'ha detto anche Buffon..."
Gigi, rituffati sulle tue parole, strozzale, cancellale. Zidane non è mai stato capace di cancellare la testata a Materazzi.
Tu puoi dimostrarti superiore a lui, come nel 2006.
Ricorda ai ragazzi che il calcio è rispetto delle regole e delle persone e che l'errore, come la sconfitta, fa parte del gioco e dà valore alla vittoria.
Può sbagliare un arbitro e può sbagliare una squadra che lascia un avversario tutto solo in area al 93'.
Tuffati, Gigi.
Noi siamo già in piedi, pronti ad applaudire la tua bella parata in due tempi.