Sei avvisi di garanzia sono stati notificati a progettisti, tecnici comunali di Amatrice e funzionari del Genio Civile, dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Rieti, nell'ambito dell'inchiesta sul crollo, durante il terremoto del 24 agosto 2016, di uno stabile ad Amatrice (corso Umberto I ,83) che provocò la morte di 7 persone. I sei dovranno rispondere dei reati di omicidio colposo e disastro colposo. Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori della Repubblica Luana Bennetti e Rocco Gustavo Maruotti e avviate all'indomani del sisma, hanno accertato che il crollo dell'edificio oggetto delle indagini, è stato provocato dalla realizzazione sul vecchio immobile di una sopraelevazione eseguita a fini speculativi da una società di Roma, la quale aveva acquistato l'intero stabile all'asta per realizzare all'ultimo piano ulteriori 9 unita' abitative poi rivendute a prezzo di mercato.

EVIDENZIATE GRAVISSIME CARENZE
I due progettisti e direttori dei lavori, nonché soci della impresa, avevano realizzato per gli inquirenti un progetto non conforme alla normativa anti sismica vigente all'epoca. Gli accertamenti della Procura hanno evidenziato gravissime carenze inerenti la definizione dei materiali che costituivano le pareti dell'immobile, la totale mancanza di sopralluoghi finalizzati ad accertare la natura e la composizione delle stesse e il loro stato di conservazione, e un grossolano errore nella qualificazione della zona sismica del Comune di Amatrice. Queste criticità non erano state rilevate né dal R.U.P. che viceversa, in qualita' di Capo Settore dell'Ufficio Tecnico di Amatrice, aveva dapprima rilasciato il permesso a costruire e poi concesso il certificato di agibilita' dell'intero immobile, ne' dai dirigenti e tecnico istruttore del Genio Civile di Rieti, che infatti avevano concesso tutte le autorizzazioni previste.