Una vera e propria pioggia di missili, più di 100, lanciati in un attacco coordinato da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, contro almeno tre siti in Siria: è questa, in sintesi, la risposta militare decisa come rappresaglia per il presunto utilizzo di armi chimiche da parte di Damasco. L'attacco è stato lanciato nel corso della notte, quando in Italia erano le 3 del mattino. Secondo il generale Joseph Dunford, capo di Stato Maggiore degli eserciti riuniti americani, sono stati presi di mira tre siti: un centro di ricerca scientifica a Damasco, un impianto di stoccaggio di armi chimiche, che si trova ad ovest di Homs e un impianto di stoccaggio attrezzature armi chimiche e posto di comando nei pressi di Homs.

GLI OBIETTIVI COLPITI, LA REPLICA DI DAMASCO
Secondo l'agenzia Reuters, che cita come fonte un miliziano pro-Assad, sarebbero stati, tuttavia, colpiti anche altri siti: una base militare nell'area di Dimas, nei pressi del confine libanese (in un zona in cui Israele aveva colpito un aeroporto nel 2014); un sito a Masyaf, nella provincia di Hama a nord della capitale, dove secondo l'intelligence occidentale sarebbero prodotte armi chimiche; un arsenale nella regione di Qalamoun. I missili sarebbero caduti anche nell'area di Kiswah, a sud della capitale, dove l'Iran starebbe costruendo una base militare, e su un sito che sovrasta Damasco, sulle colline di Qasyoun.  Secondo Damasco, "gran parte dei missili" lanciati su Homs sono stati intercettati, ma tre persone sono rimaste ferite.

ECCO DA DOVE E' PARTITO IL RAID
Secondo la Cnn, i missili lanciati dagli americani sono partiti da una nave da guerra (ma il ministero della Difesa a Mosca sostiene che sono due) della marina statunitense che opera nel Mar Rosso; utilizzati i bombardieri B-1 americani. Per le forze armate britanniche, invece, sono entrati in azione quattro Tornado Gr4 della Royal Air Force, che hanno lanciato missili Storm Shadow contro l'ex base missilistica, a una ventina di chilometri ad ovest di Homs, dove Londra ritiene che il regime di Assad accumuli la strumentazione usata per fabbricare armi chimiche. Gli aerei sono partiti dalla base Raf di Akotiri, a Cipro, ed erano armati ciascuno con un missile Storm Shadow (che hanno un raggio d'azione di circa 450km), pre-programmati con il Gps. I missili francesi sono stati infine lanciati da aerei da combattimento Rafale partiti da basi in territorio francese.

DAMASCO SI DIFENDE CON ARMI SOVIETICHE
Damasco, per difendersi, ha fatto sapere Mosca, ha utilizzato un sistema di difesa terra-aria di fabbricazione sovietica. In particolare, ha dispiegato sistemi missilistici terra-aria "costruiti circa 30 anni fa in Unione Sovietica", gli S-125, S-200, Buk e Kvadrat. Secondo il ministero della Difesa russo, l'aeroporto militare siriano Al-Dumayr, situato a 40 km a nord-est di Damasco, è stato attaccato da 12 missili da crociera e tutti i missili sono stati intercettati.

GLI USA: "ABBIAMO AVVERTITO LA RUSSIA"
Non è ancora chiaro, al momento, se la Russia sia stata avvertita del raid missilistico . Il ministro della Difesa francese, la signora Florence Parly, ha sostenuto che è stata allertata in anticipo. Il generale americano Dunford ha detto gli Stati Uniti hanno "specificamente individuato" obiettivi per "mitigare il rischio che fossero coinvolte forze russe"; ha aggiunto che la 'linea rossa' di comunicazione con i russi è stata utilizzata nel periodo che ha preceduto gli attacchi, ma che gli obiettivi non sono stati coordinati con i russi. -

PUTIN: "ATTO DI AGGRESSIONE CONTRO NAZIONE SOVRANA"
Putin, tuttavia, a proposito degli attacchi condotti da Stati Uniti, Francia e Regno Unito in Siria, ha parlato di "un atto di aggressione contro una nazione sovrana". In ogni caso la Russia, ma anche la Siria e l'Iran non hanno risposto militarmente al raid alleato anche se, a detta di Mosca, parecchi missili sarebbero stati intercettati e abbattuti. L'ambasciatore russo in Usa, ha in ogni caso "minacciato" che "tali azioni non rimarranno senza conseguenze", mentre l'Iran ha avvertito che l'accaduto porterà a destabilizzare l'area mediorientale.

CHIESTA RIUNIONE URGENTE ALL'ONU
La Russia, infine, ha fatto sapere di essere intenzionata a chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu per discutere l'attacco della coalizione occidentale in Siria: lo ha detto Vladimir Putin, citato dalla Tass.

KHAMENEI: TRUMP, MACRON E MAY SONO CRIMINALI
La guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha duramente condannato i raid occidentali condotti contro la Siria definendo "criminali" il presidente americano Donald Trump e i suoi alleati, il presidente francese Emmanuel Macron e la premier britannica Theresa May. "L'attacco condotto contro la Siria è un crimine - ha dichiarato ricevendo alti dirigenti politici e militari del Paese - Dichiaro apertamente che i presidenti americano e francese e la premier britannica sono dei criminali. Così facendo non otterranno alcun beneficio".

GENTILONI: "CENTRALITA' A DIALOGO E DIPLOMAZIA"
"Non è troppo tardi per lavorare alla soluzione della crisi siriana. Anzi, anche quello che è successo, che deve restare circoscritto, può essere un ulteriore campanello d'allarme e uno stimolo a dare centralità al dialogo. Ne ho parlato anche in queste ore con il responsabile delle trattative per le Nazioni Unite, l'ambasciatore De Mistura". Lo ha detto il premier italiano Paolo Gentiloni. "Non è momento dell'escalation, ma di mettere al bando le armi chimiche, della diplomazia e del lavoro per dare stabilità e pluralismo alla Siria dopo sette anni di conflitto tormentato e terribile", ha aggiunto.

"IMPEDIRE E PREVENIRE LE ARMI CHIMICHE"
"Purtroppo non è la prima volta che si usano armi chimiche da parte del regime siriano in questi anni di conflitto. A un secolo dalla fine della prima guerra mondiale non possiamo rassegnarci all'idea che le armi chimiche tornino a essere utilizzate nei conflitti del nostro tempo: sono proibite da tutte le leggi e le convenzioni internazionali, le conseguenze umanitarie sulle vittime civili di queste armi atroci sono inaccettabili, non sono degne della nostra civiltà, le abbiamo viste di nuovo in questi giorni e non le possiamo più tollerare" ha rilanciato il presidente del Consiglio. "Credo - ha concluso - che questo impegni l'intera comunità internazionale a moltiplicare gli sforzi per impedire e prevenire l'utilizzo di armi chimiche".