Emblema della Piazzetta e di Capri, il bar Vuotto compie ottant’anni. Il geniale don Raffaele, garzone di pasticceria poi imprenditore in possesso di fine intuito commerciale, lo mise al mondo nel 1938. Idea e presenza ad esaltare quello che nel tempo è diventato il salotto del mondo.

La piazzetta di Capri, la chiamano tutti così, in Australia come a Parigi, a New York e
pure a Dubai. Pochi sanno che il suo vero nome è piazza Umberto I. Ottant’anni dopo, il nipote di Raffaele Vuotto, Marco Strina figlio di Luisa Vuotto, ha inteso riannodare la storia della Piazzetta e riproporre con forza e capacità imprenditoriali l’identità storica di Capri.

Minuziosa e ricercata opera di reystling consegna agli isolani capresi e ai turisti il “Piccolo Capri”. Caffè e bar all’ombra del campanile dell’ex cattedrale di Santo Stefano con il suo orologio maiolicato. La rinnovazione dello storico bar sarà celebrata oggi alle 19:30. Curatori del reystling lo studio di architetti Della Rocca e l’artista spagnola Magdalena Merino.

Il nipote di Vuotto ha preteso che venisse mantenuta l’identità storica caprese e quella della celebre Piazzetta. Il salotto del mondo frequentato da ricchi veri e falsi ricchi, poveri autentici e falsi poveri, da nobili e regnanti e da personaggi universali. Jacqueline Kennedy e suo marito Aristotele Onassis, la celebre soprano Maria Callas, gli scrittori Roger Peyrefitte, Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Giuseppe La Capria, e il sommo Ernest Hemingway. Ma solo per citarne alcuni: dalla Piazzetta è passato davvero il mondo.

La “chiazza” come la chiamano i capresi non è una piazza vera e propria. Piuttosto è un rettangolo, e il mondo qui si è dato spesso convegno, in uno spazio venticinque metri per ventotto. Niente di che a prima vista, ma poi, quando ci sei, ti rendi conto di cos’è e cosa rappresenti la Piazzetta di Capri. Una celebrità. Nobili e personalità a parte, sono passati da lì, nobili e personalità a parte, anche Lucky Luciano, il famoso gangster si è fermato a lungo nell’isola, perché colpito dal provvedimento del governo statunitense, che gli aveva vietato il rimpatrio. In pratica un’espulsione. impossibilitato a tornare negli Usa.

La Piazzetta frequentata dall’aristocratico Alessandro Maria Ruspoli, uso apparire ai tavoli del Bar Vuotto con un pappagallo sulle spalle. Il famoso posto è stato teatro anche di grandi stranezze e delle esibizioni di personaggi stravaganti che hanno contribuito all’arricchimento del suo mito. Sullo sfondo, l’ex cattedrale del diciassettesimo secolo e l’antico palazzo trecentesco di proprietà della famiglia Arcucci. Il conte Giacomo fu consigliere particolare della Regina di Napoli, Giovanna d’Angiò.

Ma quand’è che piazza Umberto I è diventata la Piazzetta di Capri? Vanto e orgoglio dell’isola, si è aperta al mondo nell’800, come mercato. I contadini la occupavano per esporre le loro mercanzie e la merce frutto del lavoro nelle campagne. L’inaugurazione della preziosa spettacolare funicolare che sale e scende tra gli aranceti è datata 1907.

Ricoperta oggi interamente dai tavolini dei bar presenti in ogni angolo del magico rettangolo, la mitica Piazzetta apparve come luogo d’incontro di uomini e di cultura quando Raffaele Vuotto ampliò a settanta il numero dei tavolini. In sottofondo, delicata e soave, la musica del violino di Paolo Falco. A pochi metri, oggi come ieri, è possibile acquistare e gustare il pane fatto a mano di notte. Uno sballo, per i turisti. Ma non solo: questo è il vero pane dei capresi, il cibo dell’anima. La nobile semplicità del pane a contrapporsi al costo mai basso, anzi piuttosto alto, di una consumazione in un bar della Piazzetta. Da Vuotto un caffè costa cinque euro, un cocktail venti.

La vita di Capri nella “chiazza”. Dimensione e spazi ridotti, è incredibile come sia riuscita ad attrarre il mondo. Un piacere universale attraversarla, non solo fermarsi. Dalla Piazzetta
parte la strada che porta all’aranceto delle Terenziane. Il simbolo è la Torre dell’Orologio con il Campanile staccato dalla chiesa. La campana batte ogni quarto d’ora. E tutti a chiedersi come mai? I ritmi di Capri sono compassati, lenti. Nessuno ha fretta. La lentezza della vita sull’isola favorisce il godimento dei forestieri.

Il chiosco dell’edicola all’angolo, l’ufficio del Comune e quello dei vigili urbani, e la stazione
della funicolare a quattro passi: l’incanto della Piazzetta quando è vuota, nei giorni invernali battuti dal vento che viene dal mare. Passano tutti da qui, per andare al lavoro o a andare al mare. Attraversare la Piazzetta nei mesi d’estate è impresa titanica, un problema grosso farsi largo fra la gente e i tavoli dei bar, non solo dell’antico Caffè Pasticceria Vuotto.

Il Piccolo Capri a rinnovare una antica tradizione. La vita che ricomincia a ottant’anni. Dove il mito di Capri e della Piazzetta si respira al mattino, di giorno, a sera, di notte. Se il tempo non lo impedisce. Capita di rado.

Franco Esposito