"Questa decisione è nata dalla necessità di iniziare a pulire la città" spiega a Gente d’Italia Nicolas Sant'Anna, presidente del Centro Comercial e Industrial de Salto che vanta lontane origini italiane come testimonia il suo cognome. Paradisiaco e naturale, l'immagine reale di questo territorio dista molto dalle versioni ufficiali che vengono raccontate: "Viviamo su un giardino che fa invidia a tanti ma non siamo in grado di proteggerlo. Eppure
siamo davvero pochi, solo 3 milioni di abitanti. Per me questa è una vergogna". Il rappresentante salteño chiarisce che la misura in questione è stata presa "seguendo l'esempio di diverse città argentine dove ha avuto ottimi risultati" ma avverte - "si tratta solo del primo passo. C’è ancora tanto da fare".
Riguardo le caratteristiche peculiari della sua città, Sant'Anna cita come potenzialmente pericoloso "l'inquinamento dei fiumi e le periodiche inondazioni, un fenomeno che è cresciuto negli ultimi anni".
Tutto questo, secondo le stime dei propulsori della tassa, potrebbe essere diminuito con la riduzione del consumo di plastica. Il principale problema segnalato è la "mancanza di coscienza" da parte dei consumatori al momento degli acquisti nei negozi: "Se compro
quattro cose e mi danno cinque buste c’è qualcosa che non va che è anormale. Il cambiamento deve partire dalle persone".
È molto probabile che la tassazione applicata a Salto possa essere presa d’esempio a livello nazionale con la proposta di legge che attualmente giace alla Camera.
"Il fatto di essere stati i primi in Uruguay ci riempie di grande soddisfazione ma chiaramente occorre un piano importante a livello nazionale".
Ma come hanno preso gli abitanti di Salto la notizia di dover pagare per ricevere le buste della spesa?
"La gente che è correttamente informata appoggia pienamente l’iniziativa perché si rende conto della gravità del problema. Ovviamente c'è sempre qualcuno che protesta ma sono convinto che si tratta solo di una minoranza" sostiene il rappresentante del Centro Comercial e Industrial. A confermare questa visione ottimista ci sono le parole di Maria Teresa Galvalisi, della locale Società italiana: "Sono molto favorevole a questa scelta perché ritengo che sia importante fare qualcosa per cercare di risolvere il problema dell'inquinamento che ci riguarda tutti".
L'italo uruguaiana sottolinea il fatto che nella sua città "esiste una condizione idrogeologica
molto particolare con tanti piccoli corsi d'acqua che attraversano la città". "Tutto ciò -prosegue - può avere conseguenze negative dovute all'inquinamento e in particolare per via della plastica che a volte provoca le inondazioni". La Galvalisi, in seguito fa un paragone tra la capitale e l’interno del paese: "Qui il problema dell'inquinamento è ancora più forte dato che abbiamo un contatto più ravvicinato con la natura".
Da Salto a Montevideo i commenti positivi si susseguono.
Anche Roberto Casaccia, giovane savonese residente in Uruguay dove lavora per l'associazione Retos al Sur, plaude all'iniziativa: "Quella di Salto è stata una scelta importantissima che servirà come modello al resto del paese".
Nella sua recente esperienza Casaccia ha potuto vedere da vicino la realtà della gestione dei rifiuti lavorando su diversi progetti legati alle tematiche ambientali: “Qui la
situazione è abbastanza complessa. Recentemente è stata approvata una legge sui rifiuti
riciclabili ma ha mostrato lacune da tutte le parti ed è stata implementata solo in sei dipartimenti. Fino a adesso i risultati sono stati abbastanza scarsi soprattutto a Montevideo. La questione della gestione sostenibile dei rifiuti è assolutamente deficitaria per cui un provvedimento come questo, che fa pagare qualcosa per un prodotto che in pochissimo tempo si trasforma in un rifiuto, rappresenta sicuramente un passo avanti".
Come ripetuto anche dagli altri intervistati, la vera sfida adesso sarà quella di intervenire a livello nazionale dato che "l'esperienza di tutti i paesi del mondo indicano che questa è
la strada giusta da seguire".

Matteo Forciniti