"Abbiamo alcune tra le più belle prostitute al mondo", avrebbe detto Vladimir Putin al presidente Usa Donald Trump, secondo quanto emerge dai cosiddetti "memo" dell'ex direttore dell'Fbi James Comey, frutto delle sue conversazioni con l'inquilino della Casa Bianca, consegnati al Congresso dal dipartimento di Giustizia e poi diffusi dai media americani.

LA STORIA DEL VIDEO
Comey scrive che il presidente Usa gli riferì questa affermazione del collega russo, pur ribadendo più volte che la storia del video con lo stesso Trump e prostitute in un hotel di Mosca "è un'assurdità" e che i russi non hanno niente del genere in mano. "Questa roba delle prostitute è un'assurdità", disse l'inquilino della Casa Bianca al capo dell'Fbi, poi licenziato.

UN PRESUNTO INCONTRO A MOSCA?
Comey aggiunge di non sapere quando Trump avesse parlato con Putin, ma la tempistica del racconto fa capire che accadde poco dopo la pubblicazione, nel gennaio del 2017, del dossier preparato da un ex agente dell'intelligence britannico sul presunto incontro di Trump con prostitute a Mosca durante un viaggio nel 2013. In ogni caso, Trump disse a Comey che era una fake news e che gli sarebbe spiaciuto se la moglie Melania avesse avuto qualche dubbio sulla cosa.

CHI HA RICEVUTO I DOSSIER
A ricevere i documenti, di cui quattro classificati, sono stati il presidente della commissione Giustizia della Camera, Bob Goodlatte, il presidente della commissione della Camera Controllo e Riforme Governative Trey Gowdy e il presidente della commissione Intelligence della Camera, David Nunes. Sono stati inviati anche alle analoghe commissioni del Senato, ovvero a tutti i panel che hanno aperto dossier sulle interferenze di Mosca nelle presidenziali Usa del 2016.