Un miracolo tutto italiano, negli anni dei tagli e delle politiche di spending review, la crisi della carta stampata e la giungla del web. La Gente d’Italia compie 19 anni. E li fa alla sua maniera: informando, come non ha mai smesso di fare, quegli italiani che hanno scelto di vivere lontani dalla madrepatria, e che mai vorrebbero spezzare quell’esile legame
generazionale che ancora li tiene avvinti all’idea stessa di Patria.

Buon compleanno, quindi, e buon compleanno in particolare a Gente...d'Uruguay!! Sono trascorsi esattamente 14 anni da quando la redazione centrale del nostro giornale si è trasferita da Miami a Montevideo. Quattordici lunghi anni scanditi da appuntamenti, eventi, notizie, fatti ed emozioni che hanno caratterizzato la vita e l'esistenza delle comunità italiane all'estero, ed in particolare in Sudamerica, dove siamo presenti nelle edicole insieme con il prestigioso quotidiano uruguaiano Republica.

Fatti ed eventi che puntualmente, ogni giorno, ci siamo sforzati di raccontare sulle colonne del nostro giornale. Solo per informare voi, cari lettori. Unici destinatari di tutti i nostri sforzi, depositari privilegiati della nostra avventurosa mission. Ecco perché queste 14 candeline in Uruguay le vogliamo spegnere, simbolicamente insieme a voi, che in tutti questi anni non ci avete mai fatto mancare il vostro appoggio e la vostra vicinanza. Con voi e con il Cgie, ospite gradito di questo nostro anniversario.

Tra un anno esatto (chi ci segue lo sa) taglieremo un altro attesissimo traguardo: vent'anni di vita editoriale! Eh sì, un'età significativa di questi tempi, vista la crisi, ormai cronica, che da tempo attanaglia la carta stampata. Era il 1999 quando "La Gente d'Italia" muoveva i
primi passi. L'idea nacque in un ristorante di Roma, il primo numero vide la luce negli Usa, a Miami e lì il nostro quotidiano è rimasto fino al 2007 quando poi abbiamo deciso di spostare definitivamente la redazione centrale a Montevideo, in Uruguay. Dagli States all'America latina: è cambiata la location, non la voglia di informare i nostri connazionali.

Ogni anno che passa, cari amici, aumenta in noi la carica. E spesso, consentitecelo, con un pizzico di orgoglio, ci capita anche di raccogliere i frutti di quel che evidentemente abbiamo ben seminato. Per capirci, siamo stati premiati dall'allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi per la questione della tragedia dell'emigrazione italiana relativa alla miniera di Monongah di cui ci occupammo con vasti servizi e poi, è storia recente, dall'attuale
presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che l'anno scorso ci donò una targa per il nostro 18esimo compleanno.

Un esempio di “buona editoria” per chi ha ancora voglia di “sana stampa” - ha spiegato il
Presidente Mattarella, ma anche una scelta vincente e ben ripagata. Certificata dal sempre crescente numero di lettori. La Gente d’Italia racconta fatti di cronaca, ma non solo. Perché spesso le notizie, anche quelle apparentemente minori e magari celate negli angoli bui della storia, se opportunamente sviscerate e riportate alla luce, opportunamente approfondite e riproposte nella loro giusta cornice, possono ridestare nel lettore l’orgoglio del senso di appartenenza ad una comunità.

In Uruguay abbiamo anche organizzato un apprezzato corso di giornalismo multimediale che ha visto la partecipazione di docenti di grandi professionisti. Quest'anno, poi, abbiamo deciso di raddoppiare i nostri sforzi tenendo a battesimo il portale web, pensato ed elaborato unicamente per essere un ulteriore punto di riferimento per gli italiani all'estero. E abbiamo aumentato l’organico: oggi siamo in 23 - giornalisti professionisti e pubblicisti,
grafici e impiegati - a lavorare per voi.

Spesso,in tutti questi anni, ci siamo sentiti chiedere: "ma chi ve lo fa fare?". La risposta è semplice:la voglia di raccontare, la voglia di informare. Senza padroni né padrini. Così, liberamente. Una scelta che molto spesso cozza con il "potere", l'immobilismo, la burocrazia, il "non sapete chi sono io.....". Ma un giornale troppo ossequioso ha vita corta...Ricordo sempre le parole di uno dei grandi maestri del giornalismo, Antonio Ghirelli, per molti anni editorialista di questo foglio: "Devi essere odiato dal potere,se vai a braccetto con loro non fai informazione ma diventi uno come loro, e ricorda, i tuoi padroni sono i lettori....".

Insegnamento che é diventato un dogma, e che cerco di mettere in pratica da 50 anni (in questi giorni ho superato anche il mezzo secolo di iscrizione all'ordine dei giornalisti professionisti). E non ho nessuna intenzione di ritirarmi. Forte di una frase del grande Montanelli: “I giornali restano, i “nemici” vanno via...”. Senza padroni, dicevo, da quando abbiamo cominciato questa pazza avventura. Era così nel 1999, è così oggi, nel 2018. Sarà così domani e per sempre. E allora buon compleanno Gente! E grazie a tutti quanti voi per aver condiviso e apprezzato i nostri sforzi!!

Mimmo Porpiglia