Armi, armi fino ai denti. Se le procurano, le ordinano, le producono e le acquistano i governi di ogni tipo di regime e paese sul pianeta. Sempre di più, sempre di più. C’è stata una breve stagione in cui la spesa mondiale per armi e sistemi d’arma mostrava la tendenza a calare, più o meno nell’ultimo decennio del secolo scorso. Ma dall’inizio del nuovo millennio e secolo si assiste ad un riarmo mondiale. Riarmo mondiale il cui ritmo si accentua, si fa più veloce.

Secondo i conteggi ufficiali che l’internazionale istituto Sipri desume dai bilanci ufficiali e pubblici di governi e nazioni, nel 2017 la spesa planetaria per armi e sistemi d’arma è stata di 1.739 miliardi di dollari, in crescita di 1,6% rispetto al 2016. Spesa ufficiale di governi e nazioni per nuove armi, spesa calcolata al netto di quanto talvolta governi e nazioni non dicono. Non c’è eccezione.

Riarmano gli Usa e Trump ha in programma per il 2018 novanta miliardi di dollari per spese militari che si aggiungono ai circa 700 miliardi del 2017. Riarma la Cina che è passata da un 5,8 per cento di spesa militare su scala mondiale ad un 13 per cento, raddoppiando e anche più. Riarma l’Arabia Saudita che l’anno scorso ha destinato a spese militari 69 miliardi di dollari.

Tanto per avere idea di cosa significa, Israele che una vera pace non conosce dalla sua nascita come Stato, spende lo stesso anno 19 miliardi e il temutissimo Iran 14. Riarma l’India e riarma l’eterno rivale dell’India, cioè il Pakistan.

Modernizzano, spendono per la flotta sottomarina e di superficie l’Australia e il Brasile. Brasile che spende per riarmare l’Aeronautica. Spendono più dell’anno precedente per armi e sistemi d’arma la Francia e la Svezia. Non c’è eccezione: riarmano le super potenze militari e/o economiche, cioè Usa e Cina (Russia un passo più indietro ma nel portafoglio, non nelle intenzioni e ambizioni).

Riarmano i paesi dell’Occidente, le democrazie in Nord America, i paesi della Ue (eccezione l’Italia), la Gran Bretagna della Brexit, la Germania della Merkel, la Francia di Macron. Ai paesi della Nato Trump chiede di spendere di più per riarmare (il 2 per cento del Pil, per capirci l’Italia è intorno alla metà di questa percentuale di spesa), Germania, Francia e Gran Bretagna limano la richiesta ma non la respingono.

Riarmano i paesi a democrazia controllata o di facciata o senza democrazia. Riarma la Turchia e perfino il Venezuela quasi alla fame. Riarmano i paesi islamici, sia sunniti che sciiti. Riarma l’India in nome del nazionalismo indù. Riarmano perfino Australia e Nuova Zelanda. Riarma il Brasile, riarma l’Egitto. Riarmano anche i paesi africani del sotto sviluppo e carestia.

Armi, armi fino ai denti. Aerei, missili, sistemi di artiglieria, mezzi corazzati, navi lancia missili, sottomarini, sistemi d’arma cibernetici. E ammodernamento ed efficientamento dell’arsenale nucleare per chi ce l’ha. In un mondo dove chi si dota di arma nucleare diventa interlocutore degno di considerazione: cosa penseranno a Teheran vedendo che la Corea del Nord dopo aver mostrato al bomba va a trattare accordo con Trump e invece Trump vuole rompere accordo con Iran che bomba atomica (finora) non ha? Armi, il mondo riarma.

Armi che è difficile e improbabile siano destinate ad arrugginire in depositi attendendo di essere obsolete. Riarmo mondiale che è la conseguenza materiale in fondo logica di un pianeta che cova e sta fabbricando guerre. Guerre di attrito, di religione, guerre geo politiche, guerre regionali e macro regionali, guerre combattute per interposti Stati più o meno falliti, guerre di confine, guerre insieme tribali e di nazionalità, guerre per l’acqua, guerre per gli spazi…vitali.

Il pianeta che ama e coltiva, che è tornato ad amare e coltivare il noi e loro, il noi contro loro, il noi prima di loro è un pianeta che fabbrica guerre. E coerentemente si riarma fino ai denti.