Bene l'occupazione italiana, ma l'economia frena. Dall'Istat arrivano due dati in chiaroscuro. Positivo, dunque, il tasso di occupazione che si attesta al 58,3% a marzo, ai massimi dal 2008, con 62.000 occupati in più rispetto a febbraio (+0,3%) e la disoccupazione stabile all'11% e in calo tra i giovani. La crescita congiunturale dell'occupazione interessa tutte le classi di età a eccezione dei 35-49enni.

L'aumento maggiore si stima per i giovani 25-34enni (+0,9 punti percentuali). La crescita, sostiene l'istituto di statistica, è dovuta interamente alla componente maschile mentre per le donne, dopo l'aumento dei mesi precedenti, si registra un calo. Nell'ultimo mese si stima una ripresa degli indipendenti, che recuperano in parte la diminuzione osservata nei primi due mesi dell'anno e, in misura più lieve, dei dipendenti a termine, mentre restano sostanzialmente stabili i permanenti.

Su base annua continua l'aumento degli occupati (+0,8%, +190mila). La crescita interessa uomini e donne e riguarda esclusivamente i lavoratori a termine (+323 mila), mentre calano i permanenti (-51mila) e gli indipendenti(-81mila). Crescono soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+391mila) e, in misura minore, i 15-34enni (+46mila) mentre calano i 35-49enni (-246 mila). Nell'arco di un anno diminuiscono sia i disoccupati (-4,0%, -118 mila) sia gli inattivi (1,1%, - 150 mila).

Nell'arco del primo trimestre 2018, rende poi noto l'Istat, si stima una crescita degli occupati
dello 0,1% rispetto al trimestre precedente (+21mila). L'aumento interessa gli uomini e tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. Crescono i dipendenti a termine (+66mila), mentre diminuiscono lievemente i permanenti (-8mila) e in misura più consistente gli indipendenti (-37mila). Alla crescita degli occupati nel trimestre si accompagna un lieve
aumento dei disoccupati (+0,1%) e un calo degli inattivi (-0,3%,-34 mila).

Capitolo Pil: nel primo trimestre del 2018 si stima che il Prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno diriferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,4%in
termini tendenziali. Il primo trimestre del 2018 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative del primo trimestre
2017.

L'incremento congiunturale del Pil è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dei settori dell'agricoltura, silvicoltura e pesca e dei servizi, mentre il valore aggiunto dell'industria ha segnato una variazione pressoché nulla. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo
della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,8%. All'inizio del 2018 l'economia italiana è cresciuta a un ritmo congiunturale dello 0,3% segnando un risultato analogo a quello del trimestre immediatamente precedente e confermando il rallentamento rispetto alla dinamica più marcata registrata nella prima parte del 2017.

La lieve decelerazione emersa nel periodo più recente determina un contenuto ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale che scende
all'1,4%. Con ilrisultato del primo trimestre la durata dell'attuale fase di espansione
dell'economia italiana si estende a 15 trimestri; il livello del Pil risulta ancora inferiore dello
0,9% rispetto al precedente picco del secondo trimestre del 2011, ma superiore del 4,4% rispetto all'inizio della fase di recupero.