A Miami, almeno per i prossimi tre mesi, lo abbiamo constato personalmente, non c'è la possibilità di ottenere un appuntamento al Consolato per iniziare le pratiche di rinnovo per il passaporto. In questa maniera i cittadini italiani che hanno il proprio passaporto in scadenza rischiano, ma davvero, di rimanere senza quello che è il documento essenziale per chi vive all'estero.
Abbiamo così contattato l'on. Francesca La Marca, deputata del Pd, eletta per il Nord e Centro America, da sempre sensibile e attenta a questa problematica.
- Onorevole, al Consolato di Miami c'è una situazione insostenibile...
"Ogni giorno mi arrivano segnalazioni, la gente si lamenta sempre delle stesse cose e giustamente. E la risposta che arriva dai Consolati è che c'è la lista di attesa, che i tempi sono lunghi. La prossima settimana, appena rientro a Roma ho un appuntamento con un direttore generale della Farnesina per parlare di Consoli onorari, di macchinari al fine di vedere di alleviare un po' il peso dei Consolati. Il problema è reale, molto sentito in tutto il mondo".
- A pagare però sono solo i cittadini italiani all'estero.
"Penso a New York, penso ad altri Consolati, che hanno gli stessi problemi. E visto che sarò questo fine settimana proprio a New York per la riunione dell'Intercomites ne parlerò, ne discuterò per capire ancora meglio la situazione, anche con la Console di Miami".
-Il Consolato, quello di Miami rappresenta oggi il caso, ma è così anche da altre parti, si è poi trasformato nel palazzo irraggiungibile: si può entrare solo con l'appuntamento online, che però non si può ottenere.
"Quello che posso dire, in questo momento, è che invito, come ho sempre fatto, i connazionali a farmi avere tramite email, social, degli esempi specifici e concreti, sono quelli che mi servono per poi parlare con i nostri interlocutori alla Farnesina. E anche se affermare che i tempi sono lunghi può sembrare una ripetizione è comunque importante. Se i connazionali mi dicono, come per Miami, che se si entra nel sito del Consolato e non si riesce a prendere l'appuntamento perché è tutto pieno, mi serve per portare avanti questa battaglia. Avere una casistica, dettagliata, diventa un fattore importante".
- Allora informiamo il Ministero...
"In questo modo posso andare dai due direttori generali della Farnesina, che sono i nostri, i miei, interlocutori e dire 'Guardate c'è un problema qui che mi è stato sollevato dai connazionali residenti nella circoscrizione consolare di Miami...'. Lo dico per l'ennesima volta, aspetto le segnalazioni da parte di tutti i cittadini italiani all'estero che si stanno trovandosi di fronte a questo genere di problemi".
- Servono più addetti, ma anche una comunicazione migliore tra funzionari e cittadini
"Da quando sono impegnata sulla questione del buon funzionamento dei servizi consolari nel Nord e nel Centro America ho sempre puntato sull'aumento del personale. Ci siamo riusciti con la legge di Stabilità, il Governo ha aumentato il personale sia di ruolo che quello in loco. Un passo in avanti, ma non basta. Ne ha beneficiato il Consolato di Toronto con una assunzione, ma è poco. La mia attenzione ora è puntata proprio su questo capendo dove si sente maggiormente il problema. A New York, un esempio, sono letteralmente sopraffatti dalle richieste, nell'area andrebbero potenziati i consoli onorari e su questo sto spingendo. Abbiamo avuto la promessa per l'aumento di dotazioni per il rilevamento delle impronte digitali, i dati biometrici. So che un consolato onorario ha ricevuto il macchinario, ma tanti altri invece non ancora. Cercherò di capire a che punto siamo. E torniamo al discorso precedente, mi servono esempi per sapere esattamente cosa il connazionale vorrebbe".
- Uno dei più eclatanti può essere l'appuntamento on line: viene offerto un calendario dei tre mesi successivi, che sono tutti occupati...
"Ci proverò anch'io a prendere un appuntamento, proprio per vedere in prima persona quello che sono costretti a fare i nostri connazionali. Importante per me perché così lo potrò comunicare direttamente alla Farnesina".
- Onorevole, ma lei come descriverebbe questa situazione: vergognosa?
"Non è ai livelli che dovrebbe essere, non è soddisfacente. Forse, anche se non lo si nota un po' meglio rispetto al passato, ma sicuramente non ai livelli che ci aspettiamo, almeno qui in Nord America. Va migliorato, lo ribadisco ci sto lavorando. È un problema poi che avverto proprio sulla mia pelle, essendo nata e cresciuta in Nord America. Quando la gente si lamenta mi sento male, perché so che non dovrebbe essere così. Ma adesso che sto per rientrare a Roma ho questo l'incontro con uno dei direttori generali che si occupa del personale nello nostre sedi consolari. Sono impegnata su questo fronte e continuerò ad esserlo e continuo ad aspettare tutte le segnalazioni che così potrò riferire".
E' il primo 'esempio' di malfunzionamento ad essere portato a Roma sarà Miami. Intanto, assistiti dai nostri legali, stiamo perfezionando - come recita l'articolo 328 del codice di procedura penale - la denuncia che invieremo alla Procura della Repubblica di Roma, e per conoscenza al Consolato Generale di Miami, al Comites di Miami, al Ministero degli Esteri, al Segretario Generale del Cgie e altri soggetti interessati...".

Roberto Zanni