Sei arresti sono stati eseguiti dalla polizia, che ha smantellato un giro di prostituzione che vedeva coinvolte giovani ragazze venezuelane, arrivate in Italia con la promessa di un lavoro regolare e lecito, quindi spedite a prostituirsi in appartamenti ubicati nel comune di Giugliano in Campania (Napoli), con tanto di inserzioni pubblicitarie su siti internet di appuntamenti.

INDAGINI PARTITE DALLA DENUNCIA DEL CONSOLE
Il provvedimento che ha disposto gli arresti domiciliari per tre italiani residenti a Pozzuoli (Napoli), Pontecagnano (Salerno) e Perugia e tre venezuelani, un uomo e due donne, queste ultime residenti in Sicilia tra Palermo e Messina, è stato emesso dal Gip del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura guidata da Francesco Greco. Le indagini sono partite da una denuncia presentata dal console generale aggiunto in Italia della Repubblica venezuelana, che ha segnalato la vicenda di una sua connazionale costretta a prostituirsi.

IL RACCONTO SHOCK DI UNA DELLE VITTIME
La donna, rintracciata dagli investigatori della Polizia di Stato partenopea, ha poi raccontato l'incubo vissuto dal suo arrivo in Italia, un destino comune a molte ragazze venezuelane. Vicende che ricordano da vicino quanto accade normalmente a decine di ragazze nigeriane o dell'Est Europa, che dopo essere state portate in Italia con il miraggio di una vita diversa e migliore, finiscono a prostituirsi sulle strade del Casertano o del Napoletano, in particolare sulla Statale Domiziana che attraversa i comuni di Castel Volturno (Caserta) e Giugliano in Campania (Napoli).

LE RAGAZZE VENIVANO PRELEVATE ALL'AEROPORTO
Anche nel'indagine odierna, gli inquirenti hanno scoperto come i gestore del racket erano organizzati; c'era un italiano che prelevava le ragazze dall'aeroporto, quindi le accompagnava negli alloggi e poi presso i centri estetici dove venivano sottoposte a trattamenti di bellezza per poi finire diritte nel giro della prostituzione. Altri due italiani curavano le inserzioni pubblicitarie, in cui indicavano le fattezze fisiche delle ragazze e il compenso reclamato. C'era poi la madame venezuelana, che gestiva gli appartamenti dove le ragazze si prostituivano, e spesso le sublocava a queste ultime facendosi pagare fitti molto più alti di quelli di mercato.