Il cibo quale espressione dell’identità culturale di popoli e nazioni, elemento fondamentale di sviluppo sostenibile e di coesione sociale, diventa per la prima volta, grazie all’Italia, protagonista di una riflessione in ambito Unesco che coinvolge i 195 paesi dell’Organizzazione.

Quale seguito ideale di Expo Milano 2015 (Feeding the planet: energy for life) e nel contesto dell’Anno Italiano del Cibo 2018, la Delegazione italiana all’Unesco ha organizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il contributo della cattedra Unesco sull’accesso al cibo dell’Universita Statale di Milano e delle due città creative Unesco per la Gastronomia, Parma e Alba, una giornata sul tema del cibo in programma oggi, giovedì 24 maggio, a Parigi.

Saranno presenti personalità italiane e straniere di grande rilievo, rappresentanti di Università, giornalisti esperti del settore, chef noti per l’impegno sui temi culturali e dello sviluppo sostenibile oltre ad esperti provenienti da diverse aree geografiche (tra cui Francia, Arabia Saudita, Giappone, Belgio, Lituania, Azerbaijan) che, oltre all’Italia, hanno presentato alcuni esempi caratteristici delle proprie tradizioni culturali legale al cibo.

I lavori della giornata si propongono di valorizzare il legame tra cibo, arte culinaria, paesaggi, territori, patrimonio e identità culturale delle popolazioni di cui sono espressione. La cultura e la tradizione agroalimentare ed enogastronomica dell'Italia diventano anche in questa sede protagoniste di un settore che a livello internazionale sta sempre più imponendo a molti Paesi (soprattutto meno avanzati) scelte di sviluppo sostenibile e biodiversità, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030.

"Sono particolarmente soddisfatta – commenta il Segretario Generale della Farnesina – che l’Italia abbia stimolato per la prima volta l’analisi di queste tematiche in sede Unesco, dove da molti anni siamo in prima linea nella protezione del patrimonio, tanto nelle sue espressioni materiali che immateriali. Si tratta di una azione ad ampio raggio. Ci siamo occupati di promuovere l’esperienza italiana, riconosciuta a livello internazionale, nella conservazione monumentale e nel recupero e restauro di beni in situazioni di crisi, istituendo a livello internazionale i cosiddetti Caschi blu della cultura".

"Abbiamo lavorato per valorizzare le nostre buone pratiche nel settore del cibo e della eno-gastronomia, settore che, con 40 miliardi di euro di export, rappresenta una eccellenza per il nostro Paese; abbiamo tutelato le nostre tradizioni alimentari: dall’arte del pizzaiolo napoletano alla dieta mediterranea e alla coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, ai vini delle Langhe, solo per citare solo alcuni esempi. Quest’anno siamo altresì impegnati per iscrivere nella lista del patrimonio mondiale le “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”.

"Questo evento – ha proseguito il Segretario Generale- è stato realizzato grazie all’essenziale contributo delle eccellenze del nostro Paese (la Cattedra Unesco della Statale di Milano e il Milan Centre for Food Law and Policy, le Città Creative,  l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, l’Università di Napoli, la Scuola Enologica di Conegliano, Slow Food Italia, la Fondazione Univerde) e ribadisce in questa prestigiosa sede la leadership italiana non solo sul tema della cultura del cibo e dell’alimentazione ma anche, a livello più generale, su quello del valore della preservazione dell’identità culturale come elemento chiave per la promozione del dialogo e per il raggiungimento della pace".