Satriano della Lucania è un paesino lucano in provincia di Potenza che oggi conta con meno di 2.400 abitanti. Non è soltanto il borgo dei “murales” (come lo chiamano) ma anche la sede dell’Accademia del Peperoncino lucano.

Nella storia ha cambiato più volte fino ad adottare il nome Satriano di Lucania, in onore ad un antichissimo paese lucano poco distante. Prima della seconda guerra mondiale Satriano aveva oltre 6.000 abitanti, ma, come tanti altri paesini italiani, rimase piccolo piccolo per il fenomeno emigratorio.

Soltanto in Uruguay giunsero un migliaio di famiglie satrianesi, devoti di San Rocco, il santo francese, nato a Montpellier alla fine del tredicesimo secolo, che visse in questa zona dove fu protagonista di alcuni miracoli. Le prime processioni del santo patrono furono attorno agli anni ’30 in Uruguay, ma, l’Associazione Satrianese San Rocco nacque a Montevideo nel 1964, dopo molti anni di riunioni e processioni.

Cinque furono i fondatori e benefattori, dei quali, oggi, ne restano soltanto 2: Domenico Sangiacomo e Angelo Laguardia, ultraottantenni che ancora lavorano e non soltanto per la loro comunità.  La sede che hanno nella Via Felix Laborde a pochi passi da 8 de Octubre ha oltre 30 anni di vita, ma i famosi prelibati “pranzi satrianesi” hanno compiuto i 25 anni e la bellissima comunità lucana ha riempito la sala da pranzo con circa 250 soci.  Domenico Sangiacomo, da decenni è un po’ il factotum, assieme a Mario Piastra e Rocco Pascale, di questo tradizionale sodalizio, uno dei più attivi e rinomati dell’Uruguay. Il loro problema, come tutte le associazioni, è mantenere le tradizioni e i costumi, attrarre le nuove generazioni, cercare di far sentire ai discendenti l’orgoglio lucano e italiano.

L’associazione 30 anni fa aveva migliaia di soci, oggi ne rimangono 300. Cosa si sta facendo per arginare questo fenomeno?

“Per cercare di mantenere intatte le nostre tradizioni ed i nostri costumi abbiamo deciso di chiedere aiuto alla Regione ed al Paese di Satriano di Lucania. Noi sapevamo che eravamo in tanti, ma, siccome la maggior parte di noi eravamo contadini, vedevamo che i nostri concittadini erano tutti sparpagliati nel territorio uruguaiano. Era impossibile sapere quanti potevamo essere in realtà. L’anno scorso sono stato a Satriano, sono andato dal Capo Ufficio dell’Anagrafe e ci siamo messi a contare tutti i concittadini che avevano chiesto il visto per l’Uruguay dopo la seconda guerra mondiale. Il funzionario ha contato 1.100 iscritti a Satriano dal Consolato di Montevideo. Ma noi non li conosciamo tutti ed  è per questo che il Consiglio Direttivo ha deciso di andare casa per casa, con i dati incrociati fra l’Anafrafe e l’AIRE, per scoprire dove sono tutti i nostri satrianesi. Sarà un lavoro lungo e logorante, ma lo vogliamo fare, chiedendo aiuto anche ai nostri figli e nipoti”.

Domenico Sangiacomo, giunto a 19 anni a Montevideo, letteralmente con una mano davanti e l’altra di dietro, in Italia aveva imparato soltanto qualcosa di officina meccanica. In Uruguay ha trovato la sua famiglia ed oggi giorno, tutte  le mattine, la sveglia suona alle 6 perché, dalle 8 del mattino alle 6 di sera, gestisce il suo negozio di autoparti con il figlio.

(di Stefano Casini)