Si tratta di un mercato infinito. È quello degli Stati Uniti riservato ai prodotti di bellezza. Un mondo di cosmesi che è senza confini e nel quale l'industria italiana vuole diventare un punto di riferimento importante. Così è stato creato "Beauty Made in Italy", un programma ideato dalla Agenzia ICE, Italian Trade Commission in collaborazione con Cosmetica Italiana, l'associazione nata per sostenere lo sviluppo delle imprese cosmetiche sul territorio italiano. Una strategia voluta in particolare per agevolare quelle aziende che vogliono fare il loro ingresso nel mercato americano. Un trampolino che vuole aiutare i brand italiani del settore a ritagliarsi uno spazio importante negli Stati Uniti. "Lo scopo della nostra iniziativa - ha spiegato Meredith Kerekes, capo dell'U.S. Beauty Desk all'Italian Trade Commission, l'avanguardia di "Beauty Made in Italy" - in questo modo si vuole mettere sotto i riflettori quello che possono offrire marchi importanti, di esperienza e soprattutto rappresentanti quella che in definitiva rappresenta un'altra eccellenza nostrana". L'Italia, secondo quanto ha rivelato Mrs. Kerekes, produce sì il 60% dei cosmetici al mondo, ma per la grande maggioranza si tratta di etichette private, produzione a contratto per brand che non sono italiani. Vale a dire: si usa il made in Italy, ma sotto nomi che non hanno origine in Italia. "Con questo nuovo programma - ha aggiunto la responsabile dell'ufficio di New York - vogliamo promuovere la consapevolezza, la disponibilità e la eccellenza dei prodotti per la pelle italiani. Come si sa questo genere di prodotti oggi non sono presi in considerazione dai consumatori americani". Altre marche stanno prendendo piede in questo fiorente mercato. Valentino, per fare un esempio, ha siglato recente- mente un accordo con L'Oreal Group per produrre prodotti di bellezza di lusso e fragranze e profumi sempre destinati al mercato più elevato destinato ai "millennials" e che prenderà il via l'1 gennaio 2019. Ma anche aziende americane stanno vedendo opportunità commerciali per i prodotti italiani. Un esempio arriva da Philadelphia dove Luci, azienda locale, ha deciso il lancio sul mercato di prodotti tutti formulati e realizzati a Milano mentre i suoi social media sono modellati su quella che è la notoria raffinatezza italiana. "E il nostro brand - ha sottolineato Heather Jones, la fondatrice di Luci- punta ad associarsi fortemente al lusso italiano. Ho voluto lavorare con Milano perché noi pensiamo all'Italia o pensiamo a Milano quando ragioniamo sul lusso. La bellezza italiana è sinonimo di stile, innovazione, maestria ed alta qualità". È in pratica il momento in cui i prodotti italiani di questa particolare branca del mercato, devono trovare la maniera di farsi conoscere definitivamente in un mondo che, per grande parte li usa, ma non ne è al corrente. La vendita di cosmetici italiani ha raggiunto i 12,8 miliardi di dollari, una crescita del 4,4 % nel 2017, rispetto all'anno precedente e nel 2018 le vendite si presume possano salire ancora del 5%, secondo i dati forniti da Cosmetica. E l'export in particolare offre un significativo contributo con 5,4 miliardi di dollari e un balzo negli ultimi dodici mesi del 9%, mentre per quello che riguarda il mercato italiano la crescita è stata solo dell'1,3%.

Dove si trova Appleton
Italian Trade Commission, la sede di New York

"La bellezza italiana è Glamour - ha detto ancora Mrs. Kerekes - è una donna sicura di se stessa, molto a suo agio nella sua pelle e nella propria sessualità". "Beauty Made in Italy" si suddivide in tre sezioni: c'è "incubator" che ospita 35 aziende che ancora non hanno distribuzione negli Stati Uniti, quindi "accelerator" una guida di quattro grandi brand già presenti negli States e infine il "Beauty Council" composto da non oltre 10 aziende leader della cosmesi italiana, marchi storici che vogliono aiutare a portare avanti e a guidare una conversazione sulla bellezza italiana. Per ciò che concerne il programma definito incubatore, si forniscono feedback e informazioni attraverso una serie di sei webinars che si svolgono durante l'anno tutti dedicati su come affrontare il mercato USA. E nonostante questa iniziativa sia stata voluta dal precedente governo, Mrs. Kerekes ha ribadito come la promozione dell'export di prodotti di bellezza made in Italy possa tramutarsi in un beneficio per l'economia in queste particolari circostanze. Quante sono le imprese italiane che operano in questo specifico settore? Cosmetica Italia, offre servizi, rappresentanza e tutela a oltre 500 imprese associate che sono poi il 95% del fat- turato complessivo dell'industria. Attualmente Cosmetica Italia è presieduta da Fabio Rossello (della Paglieri), mentre vice presidenti sono Luciano Bertinelli (Ferragamo Parfums), François-Xavier Fenartd (L'Oreal Italia) e infine Benedetto Lavino che rappresenta Bottega Verde.

(di Roberto Zanni)