Il primo round mondiale fra Ronaldo e Messi è stato stravinto dal portoghese. Cristiano ha segnato tre gol, Leo ha sbagliato un rigore. Ma non è questa la differenza. Cristiano è gioia, sentimento, grinta, spettacolo. Leo è corrucciato, pensieroso, insoddisfatto. Cristiano si è costruito attore, artista, mago del pallone e messaggero di felicità. Leo non esibisce il genio della sua lampada, non ci gioca, non ci civetta, non gli sorride. Lontano dalle coccole del Barcellona, Messi invecchia, si perde, ha il viso pesante, gli occhi non brillano.

Cristiano Ronaldo, dentro e lontano dal Real Madrid, è il ragazzo palestrato che si esibisce, vuole piacere e piace, incanta e seduce. La pulce sembra uscita da un laboratorio, è un robottino sensazionale, sempre gli stessi passettini irresistibili, il pallone incollato al piede, la corsa improvvisa, gli scatti e gli arresti programmati e ripetuti. CR7 non è ugualmente monotono, splendidamente monotono è Messi. CR7 è imprevedibile e anarchico.

Leo Messi vive nell’ombra di Maradona che lo perseguita e l’opprime. Cristiano Ronaldo non ha ombre, solo donne, tante donne, solo macchine, tante macchine, solo piscine, tante piscine. Messi è un prodotto e Ronaldo è un’invenzione. Leo è un fuoriclasse, Cristiano è un incantesimo. Messi è il campo, le serpentine, il gol. Cristiano Ronaldo è l’oggetto del desiderio. Messi stupisce, Cristiano Ronaldo conquista. Tutte le ragazze del Bernabeu, le vergini e le incinte, le sposate, le divorziate, le single, todas las mujeres de Madrid, lo amano al primo tocco di palla.

Al Camo Nou, Messi suscita eccitazioni tecniche, meraviglie funamboliche, sorprese tattiche. A Ronaldo rende 14 centimetri di altezza. Ma neanche questa è la differenza. La differenza è che Ronaldo si fa amare e Messi si fa ammirare. In questo Mondiale il cuore batte per Cristiano Ronaldo non più giovanissimo fra tanta arrembante gioventù pallonara, a capo di una nazionale sbrindellata, eroe solitario e unico di una impresa impossibile che a questa impossibile impresa dà tutto il suo cuore, la sua forza, il suo incantesimo, la sua grazia e la sua grinta.

Messi subisce il proprio genio, sicuro che basti, che non serva altro. Cristiano lucida il suo genio pallonaro con una dedizione assoluta, il vigore del cuore, l’energia di una straordinaria vitalità, la ferocia del suo animo battagliero. Cristiano Ronaldo è Ettore che sa di combattere una battaglia segnata perché gli altri sono più forti e il Portogallo è debole sul palcoscenico mondiale. Ma metterà in campo tutto il suo essere prima di arrendersi, tutta la sua bellezza contro la forza degli altri, tutto il suo carisma e il suo fascino. Cristiano Ronaldo calcia di destro e di sinistro, dribbla, corre, cambia rapidamente direzione, fa il doppio passo, incrocia le gambe per il dribbling. Quando tira i calci di punizione, mette il pallone a terra, fa cinque passi all’indietro e il sesto a sinistra, divarica le gambe, il braccio destro leggermente avanti, la gamba destra tesa all’indietro, il corpo reclinato leggermente e poi, avvicinandosi al pallone, corre sulle punte e lo colpisce con forza all’altezza della valvola così il pallone si impenna, sale e poi scende con una traiettoria imprevedibile che i portieri, benché avvisati, non prevedono mai, e allora Cristiano sorride, dritto come un fuso, da fotomodello del gol, inimitabile e straordinariamente affascinante.

Il cuore batte per Cristiano Ronaldo e per Giorgia Rossi, la splendida conduttrice del Mondiale sui canali Mediaset, una programmazione superba, di gran classe, con le ultime telecronache di Sandro Piccinini, da trent’anni sulla breccia, il più garbato ragazzo del microfono fra tanti urlatori esagitati, e la massiccia presenza di Pierluigi Pardo dalla voce pastosa, il pallone rotola sulla sua lingua e fa gol fra le sue tonsille. Il garbo, la classe e la bellezza di Giorgia Rossi, così lontana da certa concorrenza stridula, si accompagnano al Mondiale di Cristiano Ronaldo su un ideale filo d’incanto. Il cuore batte per Cristiano e per Giorgia. Proprio così.

Mimmo Carratelli