Il Messico ha un nuovo capo dello Stato. Al terzo tentativo Andres Manuel Lopez Obrador ce l'ha fatta: è lui il nuovo presidente del paese centro americano. Le proiezioni realizzate dall'Istituto nazionale elettorale (Ine) assegnano al candidato della sinistra una quota di voti compresa tra il 53 e il 53,8 per cento, contro il 22-22,8 per cento del primo degli sfidanti, il conservatore Ricardo Anaya e il 15,7-16,3 per cento dell'ex ministro delle Finanze José Antonio Meade.  Entrambi i rivali hanno riconosciuto ufficialmente la vittoria del candidato progressista. Il sistema elettorale messicano non prevede comunque alcun ballottaggio, dunque basta la maggioranza relativa dei voti.

POTENTE EX SINDACO DI CITTA' DEL MESSICO
Potente ex sindaco di Città del Messico, classe 1953, Obrador è esponente del "Movimento di rigenerazione nazionale" (Morena), di sinistra e populista, ed è stato appoggiato dalla coalizione "Insieme faremo la storia" ("Juntos haremos historia") formata dal Partito del Lavoro e dal Partito Incontro Sociale.

"OGGI E' UN GIORNO STORICO"
Mentre decine di migliaia di persone si riunivano nella storica piazza dello Zocalo a Città del Messico, Obrador ha pronunciato un primo discorso in cui ha invitato i messicani alla riconciliazione. "Oggi è un giorno storico" ha detto, assicurandoo che la coalizione da lui guidata "non punta a costruire una dittatura, per cui i cambiamenti promessi avverranno in base all'ordine istituzionale esistente". Lopez Obrador ha infine garantito "libertà di espressione, imprenditoriale e religiosa" ed ha ribadito il primato dei diritti consacrati nella Costituzione.

VITTORIA PRONOSTICATA DAI SONDAGGI
La vittoria di Lopez Obrador, detto "Amlo", era stata pronosticata da ognuno dei sondaggi compilati dall'apertura della campagna elettorale, a settembre 2017 e rappresenta una svolta storica per il paese nordamericano. Per la prima volta da oltre 70 anni, il presidente non esce dalle fila del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri) - la formazione che ha quasi sempre espresso l'inquilino de "los Pinos" - o dal Partito di azione nazionale (Pan), la forza che negli ultimi due decenni aveva garantito la prima alternanza al potere.

TRUMP SI CONGRATULA, MA E' SCONTRO SUL "MURO"
Donald Trump è stato uno dei primi a congratularsi con il nuovo presidente del Messico: "Insieme possiamo fare molto, e di ciò ne trarranno beneficio sia Stati Uniti che Messico", ha twittato il presidente americano, la cui insistenza sul "muro" e le cui dichiarazioni passate hanno condotto a un livello minimo le relazioni bilaterali tra i due paesi. Il presidente americano si è augurato di poter "lavorare" insieme con Obrador, che, però, ha condotto una campagna elettorale indicando, tra i temi, proprio il "muro" anti-immigrati di Trump e assicurando che, una volta eletto, avrebbe messo "a posto" l'inquilino della Casa Bianca.

TRUDEAU: LAVORARE AL NAFTA
Anche il Canada di Justin Trudeau è "impaziente " di collaborare con il Messico di Andres Manuel Lopez Obrador. Il primo ministro canadese ha inviato un messaggio di felicitazioni al nuovo capo di Stato, in cui non ha mancato di citare la nuova versione del Nafta (North American Free Trade Agreement), ovvero il trattato di libero commercio che coinvolge i tre grandi attori del Nord America ma che il presidente americano, Donald Trump, non vuole siglare fino alle elezioni di mid-term. "Il Canada - scrive Trudeau nel messaggio - e' orgoglioso delle relazioni" con il Messico, e ne vede "una prova negli sforzi congiunti per aggiornare il Trattato", sforzi che proseguiranno con il "lavoro su un tema importante per i cittadini di tutto il Nord America".