A dare l'ufficialità è stato ieri pomeriggio il Real Madrid che, dal proprio sito, ha salutato il portoghese. "Per il Real Madrid Cristiano Ronaldo sarà sempre uno dei suoi grandi simboli e un riferimento unico per le prossime generazioni. Saremo sempre la tua casa".

In contemporanea, sul sito degli spagnoli, è stata pubblicata la lettera d'addio del Pallone d'Oro: "Questi anni nel Real Madrid, e in questa città di Madrid, sono stati forse i più felici della mia vita. Ho solo sentimenti di enorme gratitudine per questo club, per questo club e per questa città. Posso solo ringraziare tutti loro per l'amore e l'affetto che ho ricevuto. Tuttavia - ha spiegato - credo che sia giunto il momento di aprire una nuova fase nella mia vita ed è per questo che ho chiesto al club di accettare il trasferimento di me. Mi sento così e chiedo a tutti, e specialmente ai nostri seguaci, di compiacermi. Ho riflettuto molto e so che è giunto il momento per un nuovo ciclo. Me ne vado, ma questa maglietta, questo simbolo e il Santiago Bernabéu continueranno a essere sempre i miei ovunque io sia. Grazie a tutti e, naturalmente, come ho detto la prima volta nel nostro stadio 9 anni fa: Hala Madrid!".

Ma dietro alla decisione di Cristiano Ronaldo di approdare alla Juve, sembrerebbe esserci molto di più. Ovvero la vicenda che lo ha visto difendersi dalle accuse di frode fiscale mosse dall'agenzia delle entrate spagnola per non aver dichiarato 14,7 milioni di euro proventi dallo sfruttamento dei diritti di immagine del portoghese e che, sempre secondo l'accusa, sarebbero stati dirottati su alcune società delle Isole Vergini Britanniche per occultarli agli occhi del fisco spagnolo.

Con la definizione di questa vicenda, che secondo il quotidiano spagnolo Marca dovrebbe chiudersi con il pagamento di una multa di 18,8 milioni di euro, per il campione portoghese potrebbero aprirsi quindi le porte dell'Italia, calcistica e non, sfruttando l'assist fornito dal fisco nostrano con l'introduzione di un regime opzionale di imposizione sostitutiva volto ad attrarre sul territorio dello stato gli investimenti, i consumi ed il radicamento di nuclei familiari ed individui ad alta capacità contributiva.

Possono infatti beneficiare della norma le persone fisiche che trasferiscono la residenza fiscale in Italia ai sensi dell'art. 2, comma 2 del testo unico delle imposte sui redditi e che non siano state residenti in Italia per almeno nove delle dieci annualità precedenti l'inizio di validità dell'opzione.

Il regime ha una durata massima di quindici anni ed è revocabile in qualunque momento senza il pagamento di penali, quindi pienamente fruibile da un calciatore per il tempo minimo di permanenza nel club italiano.

È inoltre prevista la possibilità di estendere l'opzione ai familiari, versando un'imposta forfettaria di 25mila euro a persona in luogo dei 100mila euro dovuti dal contribuente principale. L'adesione al regime dà inoltre l'opportunità di non riportare nel quadro Rw della dichiarazione dei redditi le attività detenute all'estero (come, al contrario, è tenuto a fare ogni persona fisica residente in Italia che detenga beni al di fuori dello stato italiano suscettibili di produrre redditi imponibili), garantendo così un assoluto livello di privacy e beneficiando al contempo di un'esenzione dal pagamento delle imposte Ivie ed Ivafe che colpiscono la ricchezza costituita dal patrimonio estero su immobili ed attività finanziarie.