Orgoglio, grande e fondato, orgoglio per essere protagonisti dell’acquisto calcistico del secolo. Sì, altri calciatori sono stati pagati al mercato dei trasferimenti più dei 117 milioni tutto compreso che la Juventus ha pagato per avere Ronaldo. Sì, altri contratti rivaleggiano in quantità con i 60 milioni lordi per quattro anni che la Juventus pagherà a Ronaldo.

Sì, sì, ma Ronaldo che lascia il Real Madrid e va alla Juventus è il Colpo, è l’impossibile che diventa realtà, è la Juventus che diventa super club e super azienda europea prima ancora che super squadra in campo. Quindi, giustamente e sanamente, a milioni di italiani ce n’è di  che essere orgogliosi per Cristiano Ronaldo in Italia, alla Juventus, domani a giocare nella Serie A e non in Liga o in Premier.

Diciamola tutta: essere Juventus oggi ed essere juventini oggi vuol dire senza tema di smentita essere di altro e diverso livello dagli altri, vuol dire poter guardare gli altri dall’alto. E poterlo fare perfino senza spocchia, poterlo fare a ragione veduta, a Ronaldo schierato. La frase fatta è quella della Juventus che gioca un altro campionato rispetto agli altri, la frase fatta è diventata realtà. Quindi orgoglio. Super orgoglio e non spocchia. Diciamola però tutta tutta.

In Italia ce n’è a milioni di italiani che coltivano una speranza. Una speranza soffocata finora, eppur diffusa. Una speranza quasi silente, eppur dotata magari domani di voce altissima. Una speranza quasi clandestina, eppur di massa. La speranza di un popolo spesso sconfitto. La speranza di un popolo mai unito anzi sempre in guerra tra
le sue varie anime e famiglie e e casati. Una speranza minoritaria ma non di minoranza. Una speranza quasi disperata: la speranza dei non juventini d’Italia che i soldi juventini per comprare e pagare Cristiano Ronaldo siano soldi buttati.