Inutile colpire i contadini, il problema sono i padroni delle raffinerie. Lo ha detto in un'intervista a "La Stampa" Carlos Medina Ramirez, viceministro di Politica criminale, del dicastero della Giustizia colombiano, da sempre al fianco del presidente Santos per combattere il narcotraffico. Per Medina, che tra poco lascerà l'incarico per il passaggio di consegne al neo premier eletto Ivan Duque, la Colombia "ha cambiato strategia e per vedere i risultati serve tempo".

VERO PROBLEMA SONO FABBRICHE E LABORATORI
Record storico di ettari di campi coltivati di cocaina: "dal dicembre 2016 il governo ha deciso di affrontare il vero problema: le fabbriche, i laboratori. Per anni si è detto che le condizioni di sicurezza non lo permettevano, visto che si trovano nella foresta. Ma oggi ci sono gli strumenti per farlo".

NON VENGONO PIU' DISTRUTTI I CAMPI
Ma non vengono più distrutti i campi: "Le aspersioni erano fatte con sostanze chimiche cancerogene, e questo è inaccettabile. Inoltre combattere così il narcotraffico è un'illusione, si colpisce il contadino e non il business vero. Il problema non sono le foglie di coca, ma la polvere ed è con i sequestri che si fa davvero male ai cartelli".

CONCENTRARSI SUI CONTADINI NON SERVE
Gli Stati Uniti accusano: è colpa della Colombia l'aumento di consumatori: "Il numero dei consumatori cresce in tutto il mondo, dall'Europa al Brasile e non possiamo farci nulla. Ma riconosciamo che qui abbiamo un problema". Fra tre settimane ci sarà un nuovo governo, annuncia di cambiare strategia: "Si renderanno conto che con gli strumenti di decenni fa non si risolve nulla. Finiti i proclami dovranno fare i conti con la realtà: concentrarsi sui contadini non serve a nulla", ha concluso Ramirez.