Una nave tunisina appartenente alla società del gas Miskar, con a bordo circa 40 migranti, è bloccata da giorni al largo della costa tunisina. Né la Tunisia, né l'Italia, né Malta accettano di aprire i loro porti. Lo scrive il sito tunisino InfoMigrants, che ha contattato un membro dell'equipaggio.

"SIAMO BLOCCATI IN MARE APERTO"
"Siamo bloccati in mare aperto al largo della Tunisia, siamo esausti", è il racconto contenuto in una richiesta di aiuto lanciata su Facebook. I migranti provengono da Egitto, Mali, Nigeria e Bangladesh. Partiti dalla Libia la scorsa settimana, a bordo di un gommone, sono rimasti 5 giorni in mare senza cibo né acqua, prima di essere avvistati dai dipendenti di una piattaforma petrolifera tunisina, gestita dalla Miskar e poi caricati a bordo di una delle navi di rifornimento della compagnia, la "Sarost 5".

VOGLIONO ESSERE RECUPERATI DA NAVI EUROPEE
Al momento l'imbarcazione resta ormeggiata al largo del paese africano. L'equipaggio spiega di avere a bordo persone ferite, una donna incinta e razioni di cibo e acqua in esaurimento. Inizialmente il barcone era stato localizzato dalla Croce rossa tunisina, al largo delle coste di Zarzis, ma aveva rifiutato i soccorsi delle autorità di Tunisi perché volevano essere recuperati da navi europee. "Sono stati vani tutti i tentativi di convincerli a entrare in porto", ha spiegato il direttore regionale della Croce rossa di Medenine, Manji Salim.