Alberto Borghi, classe 1981, nato e cresciuto nella provincia di Treviso, non ha dubbi nel definirsi "orgoglioso di essere italiano, ma un italiano emigrato all'estero". Da quattro anni si è trasferito con la moglie a vivere dall'altro capo del mondo, in Australia, e da allora non si è più voltato indietro e il nostro Paese lo guarda da lontano, senza nostalgia.

Eppure in Italia Alberto e sua moglie Silvia avevano entrambi un buon lavoro e si erano da poco comprati una casa tutta loro: traguardi che non sono bastati a questo giovane coppia che si sentiva sempre più inquieta e insoddisfatta. "Ho iniziato a lavorare - racconta Alberto – a 16 anni come meccanico in un'azienda di grissini e, allo stesso tempo, mi sono dedicato con tutte le energie alla mia passione per la grafica e la tipografia; lavorando duro, per anni e anni, con la sola licenza media sono arrivato a trent'anni a ricoprire il ruolo di senior sales manager per un'importante industria grafica del Nord Italia".

Un lavoro, una vita, però, che non lo soddisfano a pieno: "A trent'anni – spiega - avevo bisogno di ulteriori stimoli professionali ed esistenziali, di nuove sfide da affrontare e mi sono reso conto che in Italia tutto quello che potevo ottenere lo avevo già ottenuto e che adesso mi dovevo 'accontentare' senza la speranza di nuove evoluzioni o di nuovi sbocchi lavorativi".

È così che è maturato in Alberto Borghi il desiderio di cambiare vita e di volare dall'altro capo del mondo. E la scelta dell'Australia è stata quasi obbligata: "Mia madre è australiana e così ho la doppia cittadinanza anche se prima di allora non ero mai stato in Australia e non parlavo una parola di inglese".

Per convincere la moglie a lasciare un lavoro sicuro come addetta marketing e vendite è bastato un viaggio di venti giorni a Melbourne. "Mia moglie non era affatto d'accordo all'idea di trasferirsi in un altro paese, ma è rimasta talmente colpita dall'atmosfera di gioia e serenità che si respira per le strade, dalla semplicità delle persone sempre sorridenti, che ha accettato di seguirmi in questa avventura".

In Australia, i primi tempi sono duri. Per sopravvivere, senza parlare una parola di inglese, Alberto Borghi fa il fattorino per un'azienda italiana che produce formaggi a Melbourne. "Mi svegliavo - racconta - alle tre e mezza di mattina, raggiungevo la sede dell'azienda, caricavo sul camioncino tutti i formaggi e iniziavo le consegne: la sera arrivavo stanco morto, ma felice, senza pensieri". Sua moglie Silvia lo raggiunge dopo quattro mesi e i primi tempi vivono in un appartamento piccolissimo e sempre buio che Alberto ricorda come una "specie di grotta dove non batte mai il sole".

Quatto anni dopo l'azienda italiana di formaggi che gli ha dato l'opportunità di un lavoro è cresciuta notevolmente: se all'inizio i dipendenti erano 14, oggi sono 74 e Alberto da fattorino è cresciuto di pari passo con l'impresa, diventando prima rappresentante e ora national sales manager. Oltre a vendere formaggi italiani per tutta l'Australia, Alberto Borghi ha fatto della sua passione per i droni un secondo lavoro e oggi lavora come pilota per il governo australiano.

"Lo so, sembra assurdo: per metà del tempo vendo formaggi e per l'altra meta piloto droni: in Italia sarebbe impensabile!", dichiara sorridendo. "In Italia facevo il pilota di droni - ricorda - in collaborazione con un'agenzia di comunicazione sul lago di Garda, ma era un hobby e niente di più. In Australia ho studiato duro, ho sostenuto diversi esami e alle fine sono diventato pilota di droni per la sicurezza nazionale australiana, per esempio controlliamo le coste dagli squali o cerchiamo con le telecamere termiche le persone che si perdono nei boschi".

Nel frattempo anche sua moglie Silvia è riuscita a realizzare il suo sogno: diventare una fotografa professionista. "In Italia - racconta Alberto - era una semplice appassionata di fotografia, ma quando siamo venuti in Australia ha avuto la sensazione che qui tutto fosse possibile, che i sogni potessero diventare realtà e così è stato: all'inizio, aiutata da un'ottima conoscenza dell'inglese, ha lavorato nel marketing e intanto, piano piano, si è fatta conoscere come fotografa e oggi quella è a tutti gli effetti la sua professione". Alberto Borghi e sua moglie non si sono mai pentiti dello loro scelta di volare dall'altro capo del mondo per dare una nuova forma alla propria esistenza e nonostante le mille difficoltà affrontate non si sono mai voltati indietro.

"Devo essere onesto – confessa Alberto Borghi – senza la doppia cittadinanza non credo che ce l'avrei fatta: le norme australiane per restare sono sempre più rigide e stringenti e io quando sono arrivato non parlavo una parola di inglese". "Così come devo ammettere – conclude – che i primi tempi sono stati davvero duri: mia moglie era ancora in Italia e quindi ero completamente solo, non conoscevo nessuno perché l'unico zio che ho in Australia l'ho visto solo un paio di volte e vivevo in una specie di grotta sempre buia; ma rifarei tutto perché l'Australia è ancora una terra che premia gli sforzi e i sacrifici, è ancora un paese in cui è concesso sognare e realizzare le proprie aspirazioni".