Un traguardo storico per la collettività italiana dell’Uruguay: domenica scorsa l’Associazione Trevisani nel mondo di Montevideo ha celebrato il suo quarantesimo anniversario con un pranzo speciale.

L’evento si è svolto presso la sede degli abruzzesi a Montevideo ed ha raccolto tanti soci e amici venuti a rendere omaggio all’associazione veneta. Fondata nel luglio del 1978, attualmente restano solo tre dei primi fondatori: Luigi Libralesso, Corina Favretto ed Ezio De Gasperi.

Il Consiglio direttivo

A loro è andato il riconoscimento più importante da parte di tutto il pubblico in occasione di questo anniversario. La sezione uruguaiana fa parte dei Trevisani nel mondo. L’associazione fondata da Don Canuto Toso nel 1973 cerca di difendere le radici trevisane e i valori cristiani diffondendoli tra le nuove generazioni.

Lo stesso don Canuto, in più occasioni, è venuto in visita a Montevideo dove ha sempre mantenuto i contatti. L’ultima volta è stata nel 2014 con un incontro presso la Missione Cattolica. Il presidente dei trevisani, Daniel Giammarchi, ha spiegato a  Gente d’Italia “l’importanza nel mantenere e difendere le nostre radici” nonostante le “notevoli difficoltà che si attraversano attualmente”.

“Attualmente facciamo poche attività” - ha ammesso - “visto lo scarso interesse nel partecipare da parte delle nuove generazioni”. Giammarchi, tuttavia, ha voluto elogiare la presenza del Cavu, il Comitato delle Associazioni Venete dell’Uruguay, per il “costante lavoro alla ricerca dell’unione tra tutti i corregionali e la collaborazione con l’intera collettività italiana”.

Durante la festa di domenica è stata letta una toccante testimonianza di Luigi Libralesso che ha ripercorso il lungo cammino iniziato tanto tempo fa concretizzare questo sogno: “Quarant’anni fa venni a conoscenza dell’esistenza dei trevisani nel mondo. Decisi così di recarmi a Casa Toniolo per incontrare don Canuto, un signore molto gentile e disponibile. Subito chiamai i familiari e gli amici a Montevideo. Venne fatta una grossa campagna di diffusione grazie all’aiuto di un programma radiofonico per cercare di riunire tutti i trevisani.

L’emozione era smisurata all’idea di poter fare anche qui una famiglia trevisana per raccontare storie e condividere interessi e il dialetto della nostra amata terra lontana. La notizia si diffuse rapidamente e il 6 agosto del 1978 nacque l’associazione trevisani nel mondo in Uruguay. Ricordo con grande gioia la prima cena con i rappresentanti diplomatici e consolari. In quarant’anni di attività tante persone hanno collaborato instancabilmente con la nostra istituzione per l’organizzazione delle feste. Tutti hanno dato qualcosa: chi un granello di sabbia, chi una montagna. Tutti hanno dato grande prova d’amore affinché questa realtà continui”.

Con la sua consueta ironia, Libralesso ha poi condiviso altri ricordi anche con Gente d’Italia  subito dopo l’omaggio ricevuto: “Noi trevisani siamo stati sempre lavoratori, non oratori. È stato così ovunque nel mondo. L’associazione qui è nata perché ci sentivamo un po’ orfani rispetto alle altre provincie che avevano i loro gruppi già formati. La speranza per il futuro è che i giovani possano continuare anche se sappiamo bene che i nostri figli e i nostri nipoti partecipano sempre meno. Loro sono perfettamente inseriti in questa società, non è più come una volta. Oggi però sono rimasto molto contento per i tanti ragazzi visti. Sinceramente non me lo aspettavo. È un bel segnale”.

(di Matteo Forciniti)