Crollato il viadotto Morandi, va giù l’acquario di Genova. Fatto l’inventario dei tragici danni provocati dall’implosione del viadotto, non tornano i conti dell’acquario più grande d’Italia. Un milione di visitatori in meno da quando il ponte autostradale che passava sopra le case dei quartieri Cornigliano e Sampierdarena non c’è più.  Quindici giorni dalla catastrofe che ha seminato morte e sfollati e l’Acquario di Genova deve calcolare in quale misura il fatturato è calato. Anzi di più: come e perchè è precipitato, rischiando ora di mandare a picco l’intera struttura.

Il grido d’allarme è partito, l’ha lanciato Beppe Costa, presidente di Costa Edutainment, la società per azioni che gestisce l’acquario di Genova e quello di Cattolica. “Turisti dimezzati, il cinquanta per cento dei visitatori in meno. Un danno enorme, siamo pronti a chiedere i danni”. Primo in Italia per grandezza (3.066 metri quadrati di superficie) e primo anche in Europa per specie di animali, l’Acquario di Genova è il terzo nel Vecchio Continente, dopo Valencia e Mosca. E nono nel mondo, per superficie e altro.  In quindici giorni, questi successivi al crollo del Morandi, è passato da ottomila visitatori al giorno a quattromila. Tout court, un milione di euro di fatturato in meno. Da qui l’idea di un’azione legale che mira “alla rifondazione dei danni subiti”. In attesa che la magistratura chiarisca su chi la società Costa Edutainment dovrà rivalersi.

Ma in sofferenza, a Genova, non c’è solo l’acquario.  I commercianti della zona a nord del ponte, in val Polcevera, hanno accusato un crollo del settanta per cento del volume di affari. Una tragedia diffusa, vittima la città di Genova nella sua interezza.  Nelle due settimane successive al disastro gli albergatori hanno dovuto constatare la contrazione
della metà dell’occupazione delle camere. Il cinquanta per cento di visitatori in meno è una mazzata terribile anche per il Comune. Ovvero per le sue casse, in ragione del fatto che la spa che gestisce l’acquario di Genova versa un canone, in parte fisso e in parte indicizzato, sul fatturato della società. Dalla riviera di Ponente quasi nessuno è venuto a visitare l’Acquario negli ultimi quindici giorni.

L’Acquario funziona da sempre da traino del turismo di Genova. Ristoranti e negozi, non solo gli alberghi, avvertono gli effetti nefasti del crollo del ponte. Da Ponente in pratica nessuno si azzarda più a spostarsi, né gli italiani proprietari in quelle zone di seconde case, né i francesi villeggianti in riviera, che prima mai si negavano a una passeggiata a Genova.  Un danno enorme per le piccole imprese. Malgrado tutti, non solo negozianti, abbiamo aderito alla richiesta di tenere aperti gli esercizi anche di domenica. Molti gruppi in crociera sulle navi Costa hanno disdetto le prenotazioni per la visita all’Acquario. Le navi attraccano al porto di Savona, diventata ora lontanissima e irraggiungibile da Genova. L’implosione del Morandi ha spaccato in due la Liguria, non solo la città capoluogo.

La spa dell’Acquario invoca l’adozione di una forte, martellante, incisiva opera di informazione e promozione. Soprattutto sulla logistica: come arrivare e dove parcheggiare.  “Ma servono i treni, le frecce rosse, altrimenti sarà tosta sopravvivere”. Il Salone della nautica dal 20 al 25 settembre viene inteso come una sorta di cartina di Tornasole della forza di reazione della città.  “Che è viva. Ma è fondamentale che il Salone vada bene”.
Costa Edutainment spa gestisce, con Civita Group, i servizi di grandi musei italiani, dagli Uffizi ai Musei Vaticani. Ma quanto potrà reggere l’Acquario di Genova alla crisi (o fuga) di visitatori? Il presidente Beppe Costa conta di poter dare una risposta precisa a metà ottobre, in sede di bilancio complessivo. Intanto, ha programmato un viaggio a Lourdes con la famiglia...

Franco Esposito