In principio fu la Blue Whale, “la balena blu”, ora è il turno della "sfida del blackout". Giochi pericolosi. Giochi mortali. Che si propagano nella rete e accalappiano i teenager. Il brivido del rischio. Forse la noia. Cosa spinge gli adolescenti a rischiare la vita per uno stupido gioco?

A Milano, lo scorso settembre, un ragazzino di 14 anni, Igor Maj, si è soffocato con una corda da montagna. Dopo aver analizzato smartphone e pc, le forze dell’ordine sembrano non avere più dubbi: Igor, arrampicatore agonistico, sarebbe andato troppo oltre nella sfida del blackout, finendo per perdere la vita.

In pratica chi partecipa al gioco deve privarsi dell'aria per periodi sempre più lunghi fino a svenire per poi riprendere conoscenza.

I genitori del 14 anni hanno diffuso sui social nome e foto del figlio per far sì che casi simili non si ripetano più: “Fate il più possibile per far capire ai vostri figli che possono sempre parlare con voi, qualunque stronzata gli venga in mente di fare devono saper trovare in voi una sponda, una guida che li aiuti a capire se e quali rischi non hanno valutato. Noi pensiamo di averlo sempre fatto con Igor, eppure non è bastato”.