Una mostra che è stata inaugurata a Santiago il 14 settembre e che, nelle sale dell'Istituto Italiano di Cultura sarà possibile visitare fino al 27 dicembre. Stiamo parlando di 'Fabbriche ritrovate. Patrimonio industriale e progetto di architettura in Italia' che in Cile è diventato 'Fabricas re descubertas' una esposizione voluta nell'ambito delle celebrazioni organizzate per l'Anno europeo del patrimonio culturale 2018.

La mostra è il frutto della collaborazione tra l'IIC, l'Istituto Italiano di Cultura e il The International Committee for the Conservation of Industrial Heritage de Chile (TICCHI). Una mostra che vuole essere una panoramica su quello che è il patrimonio industriale italiano.

L'obiettivo di questa rassegna è quello di presentare al visitatore quelli che sono gli esempi più importanti di recupero del patrimonio industriale in un lasso di tempo che copre gli ultimi 25 anni. Si tratta di un viaggio attraverso una ampia e prestigiosa selezione di interventi di riconversione che ha visto l'intervento di grandi architetti italiani e internazionali. Un elenco che comprende nomi di grande rilievo della architettura. Così si possono vedere opere di Tadao Ando, ma anche Romeo Ballardini e Vittorio Spigai e non poteva mancare RPBW Renzo Piano Building Workshop come studi celebri del livello di Valle e Associati, CRR.

Nomi prestigiosi che hanno contribuito alla riconversione industriale e che ora attraverso questa mostra potranno essere apprezzati in maniera più profonda. L'esposizione è a ingresso gratuito e fino dai primi giorni ha visto una notevole affluenza di pubblico che ha avuto in questo modo la opportunità di osservare quella che è la flessibilità di impiego e la adattabilità degli stabilimenti produttivi nelle nuove funzioni a cui sono stati adibiti, ma anche il contributo che la architettura industriale è in grado di offrire in quelli che sono i piani di riconversione urbana. La mostra è stata curata da Massimo Preite del TICCIH, Gabriella Maciocco (Associazione Italiana per il patrimonio Archeologico Industriale) e Luca Gibello (Il Giornale dell'Architettura).