Il candidato presidenziale dell'estrema destra, Jair Bolsonaro, è il vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile con il 47,6% dei voti. Non avendo però ottenuto il 50% che gli avrebbe evitato il ballottaggio, il prossimo 28 ottobre dovrà vedersela con il suo rivale di sinistra Fernando Haddad, del Partito dei Lavoratori (quello dell'ex presidente Lula), rimasto indietro con il 27,24% dei voti. Bolsonaro ha comunque ottenuto un risultato superiore a quello degli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto, che gli attribuivano al massimo poco più del 40 per cento.

LE PAROLE DI BOLSONARO
"Ho la certezza che vinceremo al secondo turno, ci sono due strade per il Brasile. Una è quella della prosperità, della libertà, della famiglia, di Dio e della responsabilità. Dall'altra parte c'è il Venezuela", ha dichiarato in diretta Facebook da casa il 63enne ex capitano dell'esercito che è ancora convalescente dopo l'attentato del 6 settembre scorso. "Sempre il popolo sta al nostro fianco, con Dio come leader", ha aggiunto l'esponente populista e nazionalista che è stato soprannominato il "Donald Trump del Brasile" ribadendo che "non possiamo dare nessuno spazio alla sinistra". Ed ha concluso con il saluto classico di Che Guevara però in chiave religiosa: "Hasta la victoria, se lo vuole Dio". Alle femministe ed alle donne che hanno manifestato contro di lui durante la campagna elettorale ha poi risposto con l'immagine più tradizionale della donna-madre: "voglio portare la pace alle donne, che stiano tranquille quando i figli vanno a scuola o escono".

L'APPELLO DI HADDAD
Fernando Haddad, dal canto suo, ha fatto un appello in favore di un'alleanza dei democratici contro Bolsonaro. "Vogliamo unire i democratici del Brasile, non portiamo le armi ma la forza dei nostri argomenti", ha detto il 55enne ex sindaco di Sao Paulo, sottolineando come i risultati di ieri ci mostrano "i rischi che corre il Brasile". Haddad è diventato candidato solo all'inizio di settembre quando, dopo mesi di braccio di ferro, il partito della sinistra brasiliana ha accettato di ritirare la candidatura dell'ex presidente, in carcere per corruzione, Luiz Inacio Lula da Silva. L'appello di Haddad è rivolto agli elettori degli altri tre candidati, l'esponente di un partito di sinistra Ciro Gomes, che ha avuto il 12,52% dei voti, di un partito di centro destra, Gerald Alcmin, il 4,81%, e la "verde" Marina Silva che ha ottenuto solo l'un per cento nonostante i buoni risultati registrati negli ultimi sondaggi.

ROUSSEF NON ENTRA IN SENATO
Per quanto concerne i risultati del voto, le sorprese non sono mancate. Contrariamente a quanto annunciato da tutti i sondaggi, infatti, l'ex presidente brasiliana Dilma Roussef non è riuscita a farsi eleggere al Senato nello stato di Minas Gerais. Roussef ha ottenuto il 15,21 per cento delle preferenze, pari a circa 2.600.000 voti. I seggi sono andati a Rodrigo Pacheco, del partito Democratici (Dem), e Carlos Viana, del Partito Umanista della Solidarietà (Phs), due sigle considerate minori nel panorama nazionale. Il crollo di consensi per Roussef è accompagnato da una forte perdita per il suo Pt nello stato di Minas Gerais.

FUORI ANCHE SUPLICY
Niente Senato anche per Eduardo Suplicy, noto in Italia per essere stato da sempre vicino alla causa di Cesare Battisti. Nonostante i pronostici della viglia gli attribuissero quasi il 26 per cento dei favori dell'elettorato, l'ex senatore Suplicy è arrivato terzo nell'importante collegio dello stato di San Paolo, ottenendo quasi due milioni in meno di Mara Gabrilli, candidata per il Partito social democratico brasiliano (Pdsb). Membro del partito dei lavoratori (Pt), Suplicy è stato tra i principali artefici della campagna politica che portò l'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva a negare - il 31 dicembre 2010 - la richiesta di estradizione in Italia per Battisti, ex terrorista condannato per omicidi compiuti durante gli anni di piombo.

L'EX CALCIATORE ROMARIO OUT
Il voto ha frustrato anche le intenzioni dell'ex calciatore Romario di diventare il nuovo governatore dello stato di Rio de Janeiro. Deputato nazionale dal 2011 al 2015, ed eletto senatore nel 2014 con il maggior numero di voti nella storia di Rio, Romario è arrivato solo quarto, molto dietro la coppia di aspiranti governatori che si giocheranno il posto nel ballottaggio di fine ottobre.

SALVINI: SI CAMBIA! SINISTRA SCONFITTA
"Anche in Brasile si cambia! Sinistra sconfitta e aria nuova! #goBolsonarogo". Lo scrive sia su twitter, sia sulla sua pagina Facebook, il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini, dopo l'affermazione al primo turno delle presidenziali nel paese sudamericano del candidato della destra Jair Bolsonaro.