“Una grande battaglia che abbiamo vinto. Per noi veneti nel mondo è una scelta significativa che riceviamo con grande gioia”. A parlare con Gente d’Italia è Livia Boschiero, consultrice per l’Uruguay presso la Regione Veneto, che commenta con soddisfazione la recente proposta che prevede l’insegnamento nelle scuole dell’emigrazione veneta. La notizia era già conosciuta ma nei giorni scorsi è arrivata finalmente la firma di un protocollo fra la Regione, le associazioni dei veneti del mondo e l’ufficio scolastico regionale per favorire in modo concreto l’attuazione di questo piano.

Con 5 milioni di emigrati nel mondo dall’Unità d’Italia al dopoguerra, il Veneto è stata la regione italiana maggiormente interessata a questo fenomeno secondo le cifre ufficiali che contano oltre 25 milioni di partenze. Il protocollo siglato - il primo del genere in Italia - prevede che l’emigrazione diventerà una materia di approfondimento nelle scuole di ogni
ordine e grado, inserita nei programmi scolastici e riconosciuta con crediti formativi.  Fortemente coinvolte nel programma, le associazioni dei veneti nel mondo “metteranno a disposizione competenze ed esperti per percorsi formativi ed iniziative didattiche rivolte ad insegnanti e studenti che aiuteranno a capire il fenomeno migratorio” che ha interessato l’Italia e il Veneto tra l’ottocento e il novecento.

Una commissione di coordinamento, nella quale parteciperanno la Regione, l’ufficio scolastico regionale e i rappresentanti delle associazioni, definirà le modalità attuative dell’insegnamento della storia dell’emigrazione. “Da diversi anni la Consulta dei veneti nel mondo chiedeva alla Regione un’iniziativa del genere in modo da far conoscere il tema dell’emigrazione” racconta la Boschiero reduce dall’ultima riunione della Consulta e il meeting dei giovani oriundi che si è appena conclusa. “Siamo coscienti, purtroppo, che ci sono tanti corregionali che ignorano questa pagina di storia che ha rappresentato un grande vuoto tanto nel Veneto come in altre parti dell’Italia tra cui soprattutto la Campania”.

“Chi ha patito questa diaspora” - prosegue la consultrice nella sua toccante riflessione - “sa bene cosa vuol dire: tante famiglie separate, la tristezza della separazione, tanti figli che non hanno visto più i loro genitori e la terra che li ha visti nascere. Ma anche le sofferenze e i maltratti ricevuti. Noi emigrati consideriamo che i nostri paesani devono conoscere tutto questo come parte della storia dell’Italia. Ci siamo occupati di lavorare per tirar su le nostre famiglie e pagare anche i debiti che tanti avevano lasciato in Italia per poter partire in cerca di una vita migliore. Nonostante il grande dolore di lasciare la nostra patria, abbiamo fatto onore all’Italia e anche alle nazioni che ci hanno ricevuto”.

Plaude all’iniziativa anche Silvana Antonelli da poco eletta alla guida del Cavu, il Comitato delle Associazioni Venete dell’Uruguay, che riunisce dal 1988 le diverse associazioni provinciali nel paese. “Questa è senz’altro un’ottima notizia. L’emigrazione è una storia sconosciuta tanto nel Veneto come nel resto d’Italia. C’è davvero bisogno di iniziative come queste”. Coincidendo con la consultrice Boschiero, anche la presidente del Cavu sottolinea il “grande contributo dato dai milioni di emigrati nel corso del tempo” sia “nello sviluppo del Veneto attraverso preziosi aiuti economici” che “nelle nazioni dove venivano ricevuti”.

“Nonostante ciò, le nuove generazioni ignorano queste storie perché non sono state mai informate al riguardo. Con il trascorrere degli anni la memoria delle famiglie si è persa. Queste ferite sono state progressivamente cancellate”. “La proposta della nostra regione” - conclude - “deve essere presa come modello per tutta l’Italia. È giunto il momento di far riemergere queste storie e di portare l’emigrazione italiana nelle scuole”.

Matteo Forciniti