La sabbia, dopo l'acqua, è la risorsa più utilizzata del pianeta, poi c’è il petrolio. C'è un libro che spiega questo fenomeno scritto da Vince Beiser e si chiama "il mondo in un grano", qualcosa come "il mondo levigato". Vince Beiser è un giornalista americano di successo che si è laureato con lode presso l'Università di Berkeley, ed ha trascorso gli ultimi anni della sua carriera, alla ricerca specializzata nella giustizia penale e sociale. Questo libro spiega come il mondo, lungi dal trattare il tema della sabbia come una priorità, non spiega alla opinione pubblica ciò che sta accadendo con questo prezioso materiale che si trova in tutto ciò che costruiamo. Ad esempio, il cemento con cui è costruito quasi tutto è formato, al 75% dalla sabbia, il resto è acqua e ghiaia. Pensiamo che la sabbia è un materiale infinito, dato che possiamo vedere bilioni di tonnellate che si trovano sulle coste di tutto il mondo o nei deserti.

Tuttavia, l'uso indiscriminato di questo materiale inorganico ha provocato che, molti scienziati di tutto il mondo, abbiano deciso di mettere un avviso per tutti i leader del mondo. La sabbia è usata per la costruzione di strade, edifici, case, piante, fabbriche, ponti, ... tutto. È vero che tutti gli edifici hanno sempre più vetro, ma anche il vetro è fatto di sabbia. In poche parole, tutto è costruito con la sabbia e, giusto per avere un'idea di ciò che significa la spesa di sabbia in un mondo in espansione, in un paese come la Cina, tra il 2011 e il 2016, è stato utilizzata più che negli Stati Uniti in tutto il XX secolo, essendo l’USA il paese che ha avuto la più alta crescita urbana in Occidente, compresi i suoi grattacieli, autostrade e fabbriche. Non possiamo dimenticare che la Cina ha più di 100 città con più di 1 milione di abitanti e deve nutrire quasi 1.500 milioni di persone. L'America Latina ha 50 città con oltre 1 milione di abitanti e la costruzione continua ad essere una delle industrie più importanti anche qui, ovviamente.

Vedendo una mappa della terra quando in un emisfero è notte, possiamo vedere decine di migliaia di piccoli punti luminosi. Ognuno di loro è una città in costruzione.  Possiamo pensare: "Ma quanta sabbia hanno i deserti?" Avremo sabbia per secoli. Ebbene, tuttavia, la sabbia dei deserti non può essere utilizzata per la costruzione, dato che è un tipo di sabbia con molta erosione provocata da venti dominanti e se venisse utilizzata per la fabbricazione del cemento armato, potrebbe sgretolarsi.  La migliore sabbia per la costruzione è quella che si è formata negli ultimi 25.000 anni sulle rive dei fiumi. Al ritmo dei milioni di metri cubi di sabbia, ogni minuto, che vengono consumati sulla terra, secondo gli scienziati, questo prezioso materiale comincerebbe a scarseggiare nel giro di mezzo secolo. Inoltre, la maggior parte della sabbia viene estratta direttamente dalle rive dei fiumi e questi fiumi, per lo più, si trovano vicino alle città. L'estrazione continua vicino alle città, provoca frane e mette in pericolo le stesse. Nelle recenti inondazioni di una grande città americana come Houston, il disastro provocato si è dovuto a frane, perché, dopo aver preso tanti milioni di tonnellate di sabbia dai suoi fiumi principali, si sono indebolite le fondamenta della città.

Ci verrebbe quindi in mente di rimuovere la sabbia dal fondo del mare. Ce n'è tanta, un’infinità! Tuttavia nel fondo marino, la sabbia è miscelata con sale, un elemento distorsivo per renderla concreto, aldilà del fatto che, la sabbia dal mare, è uno strato molto sottile di roccia superiore ed è pieno di microrganismi che, rimossi dall'ecosistema, finirebbero per uccidere la fauna marina. Secondo uno studio delle Nazioni Unite, il 90% delle spiagge di tutto il mondo dal 2008 si è ridotto di circa 40 metri e per questo i governi di tutto il mondo hanno deciso di limitare l’estrazione indiscriminata della sabbia, spingendo
verso l’alto il suo prezzo e quindi le proprietà immobiliari. Inoltre, la regolazione, ha diffuso il contrabbando di sabbia, essendo un materiale che può essere rimosso senza troppo controllo esterno in aree urbane: si sono creati così veri e propri cartel della sabbia.

70 paesi nel mondo hanno dichiarato che, negli ultimi 10 anni, sono state scoperte attività criminali dedicate al traffico di sabbia. Uno dei paesi più colpiti è la Malesia, dove dozzine di isole sono scomparse dalle mappe perché sono state usurpate dai denominati "sandboxes” illegali. Alcuni paesi come Singapore o Dubai hanno iniziato a investire pesantemente nella costruzione di terreni artificiali. L'intero territorio di Singapore è di 80 chilometri quadrati, con una popolazione di circa 5 milioni, un po’ come la superficie di Montevideo. Per guadagnare terreni, devono "fabbricarli" tra virgolette, conquistandoli dal mare. Dubai, d'altra parte, ha deciso di essere un paese di alta categoria turistica e ha dedicato gli ultimi anni a vincere centinaia di chilometri quadrati di terra al mare. Il paradosso è che, Dubai, ha un sacco di superficie desertica... ma deve importare sabbia dall'Australia!

Quali potrebbero essere le soluzioni? La sabbia potrebbe essere fatta dal vetro già pronto, ma sarebbe costoso e non sarebbe sufficiente per la domanda. Si potrebbe anche fare un processo relativamente poco costoso polverizzandola, ma questa sabbia sarebbe molto pesante e il costo di trasporto sarebbe troppo elevato. Già oggi i costi di trasporto di sabbia hanno un valore 4 volte superiore ai costi reali e di estrazione, quindi, l'unica soluzione sarebbe quella di triturare le rocce per fare la sabbia quindi, i mezzi, non dovrebbero superare i 70 km di trasporto. Ma non tutte le città hanno abbastanza rocce nelle vicinanze! È evidente che, da un lato non possiamo continuare ad estrarre sabbia indiscriminatamente dai fiumi e dall'altro, dobbiamo renderci conto che la sabbia non è un materiale infinito.

Per ora, l'ONU, ha deciso nell'ultimo trattato di Parigi, di iniziare una campagna di sensibilizzazione e regolamentazione della produzione di sabbia. L'unico modo possibile sarebbe quello di avere la tracciabilità della produzione di sabbia, in modo che il
mondo possa sapere che tipo di sabbia è stata utilizzata per la costruzione di ogni casa, palazzo o ponte. D'altra parte, ogni città dovrebbe avere una fabbrica di sabbia artificiale nelle vicinanze. Insomma, ci sono gravi problemi nel mondo, non solo il petrolio o l’acqua, c’è anche la sabbia e dobbiamo essere coscienti.

Stefano Casini