C'è l'accordo per ritirare le armi e le postazioni di guardia dal villaggio sul confine inter-coreano di Panmunjom. L'intesa è stata raggiunta da Corea del Nord, Corea del Sud e il Comando delle Nazioni Unite. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Seul, al termine del secondo round di colloqui trilaterali per l'attuazione degli accordi raggiunti nel corso del terzo summit tra il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, che si è tenuto il mese scorso a Pyongyang.

L'ACCORDO TRA LE DUE COREE
"Le due Coree e il Comando delle Nazioni Unite si sono accordate per prendere misure per il ritiro delle armi e postazioni militari dall'area di sicurezza congiunta a partire dal 25 ottobre prossimo, e per i due giorni successivi le tre parti terranno ispezioni congiunte", scrive il ministero della Difesa di Seul, che ha confermato anche il completamento delle operazioni di sminamento sul confine intercoreano, iniziate il 1 ottobre scorso.

VENERDI' NUOVO ROUND DI COLLOQUI
Per venerdì prossimo è previsto anche un nuovo round di colloqui tra i rappresentanti delle Forze Armate di Corea del Nord e Corea del Sud sul versante settentrionale di Panmunjom, Tongilgak, per discutere i piani di attuazione degli accordi presi da Moon e Kim il mese scorso per allentare la tensione militare tra Seul e Pyongyang. I rappresentanti delle due Coree discuteranno anche della formazione di una commissione militare congiunta che avrà il compito di attuare gli impegni presi dai leader coreani che si sono impegnati a terminare gli "atti ostili" tra le due parti e a istituire una no-fly zone sopra il confine inter-coreano.

SEUL AUMENTERA' SOSTEGNO AI PROFUGHI NORD COREANI
Nel frattempo, il ministero dell'Unificazione della Corea del Sud ha annunciato l'intenzione di aumentare a tre anni il margine temporale massimo concesso ai transfughi nordcoreani per l'accesso a soluzioni abitative agevolate e altre misure assistenziali concesse dallo Stato. Ad oggi i transfughi dalla Corea del Nord hanno tempo un anno, dopo il loro arrivo nel paese, per riferire alle autorità di volersi stabilire nel paese e accedere a una serie di misure di sostegno socioeconomico. Attualmente vivono in Corea del Sud circa 30mila transfughi nordcoreani; stando all'agenzia di stampa sudcoreana "Yonhap", circa 206 tra loro non hanno potuto accedere all'assistenza pubblica per aver mancato la scadenza alla fine dello scorso anno.