Si è tenuta ieri mattina la conferenza "Basilicata-Terra di emigrazione, terra di accoglienza", inserita nel più ampio contesto della trasferta Cgie nella Città dei Sassi, che nel 2019 si fregerà del titolo di Capitale europea della Cultura. Tanti i consiglieri intervenuti nel dibattito. "Il futuro del Mezzogiorno", ha ricordato Norberto Lombardi, "si trova nelle sue risorse umane, culturali, in senso anche antropologico, ma questi elementi da soli non bastano: la promozione di queste risorse dev’essere fatta in modo più coordinato. Ne abbiamo discusso nella precedente plenaria e dobbiamo approfondire la questione. Dobbiamo convocare l’Enit, l’Ice le Camere di commercio, sederci a un tavolo e stabilire una strategia comune".

Dello stesso parere Luigi Papais: "Occorre sinergia tra le parti", ha detto, "e questo per dare supporto soprattutto ai nostri migranti. Qui a Matera avete avuto l’intuito di coinvolgere il Cgie perché vi siete resi conto che una rete di persone può fare da amplificatore per questa iniziativa, fare rete per un turismo di ritorno e per una promozione diffusa". Sulla stessa linea gli interventi di Gerardo Pinto e Carlo Ciofi che ha parlato della Basilicata come di una Regione da sempre vicina al Cgie e viceversa. Sono seguiti gli interventi di Paolo Brullo e Tony Mazzaro, che ha posto l’accento sull’importanza di portare la storia dell’emigrazione nelle scuole, come lui stesso fa in Germania nei corsi di lingua e cultura italiana, dove a fare da relatori sono gli stessi migranti.

A prendere la parola è stato poi Antonio Di Sanza, dirigente dell’Ufficio presidenza della Regione Basilicata e già presidente dei Lucani nel Mondo: "Il lavoro della Regione Basilicata sull’associazionismo e sulle migrazioni è un lavoro lungo, che dura da 30 anni. Le regioni, in questi anni, hanno supplito alla presenza dello Stato e l’hanno fatto volentieri". Poi, rivolgendosi ai consiglieri Cgie: "Avete una funzione strategica enorme. Oggi bisogna affermare una presenza e consolidarla e, in questo senso, la presenza del senatore Ricardo Merlo al governo non può che essere considerato come un segnale positivo da parte delle istituzioni".

"Matera appartiene al mondo", ha esordito Luca Braia, assessore regionale all’Agricoltura, "da Matera devono partire messaggi capaci di andare ben oltre il confine regionale e nazionale, messaggi che devono parlare la lingua del mondo. Avere 70 nuovi ambasciatori lucani nel mondo ci aiuterà in questo senso". Verso la chiusura della conferenza, ha preso la parola Michele Schiavone, segretario generale Cgie: "Questa terra", ha detto, "è la culla dell’umanità. Matera ha vissuto una riscossa che viene da lontano e sul cui fulcro si sta costruendo la proposta del Mezzogiorno per dare non solo all’Italia, ma all’intero Mediterraneo, le forze per competere con il mondo. Recuperare la memoria delle nostre migrazioni storiche e consapevolizzarci su quelle attuali", ha ricordato Schiavone, "è un impegno e una sfida che dobbiamo prenderci per tutti gli italiani che vivono nel mondo e abbiamo tutti gli strumenti per farlo: le istituzioni, il volontariato, la passione, la cultura, l’identità. È sulla strada del mondo che noi dobbiamo orientarci", ha concluso il segretario generale Cgie, "intrecciando tantissime comunità, tantissime esperienze. Bisogna creare un sistema, occorre un coordinamento reale. Il nostro paese si deve dare una mossa, perché per certi aspetti siamo in ritardo e non è giusto. Uno sforzo comune dovrà essere fatto, e non solo dal MAECI, ma anche dal Ministero degli interni e dagli altri ministeri".

La conclusione dei lavori spetta al DG Luigi Maria Vignali: "è importante mantenere viva la memoria in Italia della nostra migrazione. Io credo che il riscatto sia la chiave unificante, in grado di mettere insieme Matera, la sua storia e quella degli italiani all’estero. Questa è una terra che si è saputa riscattare con cultura e innovazione e l’ha fatto in termini geniali. Un ammasso di roccia" ha detto Vignali citando una frase di Antoine de Saint-Exuperi, "cessa di essere un mucchio di roccia nel momento in cui un solo uomo lo contempla immaginando al suo interno una cattedrale. A Matera è successo esattamente questo. Solo gli italiani potevano creare un luogo così bello".

"Il riscatto di questa terra", ha aggiunto il ministro, "è anche quello degli italiani all’estero, con tutte le loro storie di successo e non. Bisogna dare atto al Cgie di aver colto questo filo con Matera e di essersi messo in gioco per dialogare con i territori. Qui si è trattato di un avvenimento concreto. Il Cgie è venuto qui a parlare con questi luoghi, a proporsi come ulteriore veicolo di internazionalizzazione. Il suo è un ruolo determinante per il successo del Sistema Paese. È importante proseguire su questa strada", ha concluso Vignali, "è importante accrescere la consapevolezza del paese circa la storia della migrazione italiana e creare le condizioni perché un domani gli italiani che ancora partono (e che bisogna preparare alla partenza) possano anche tornare".

GIANLUCA ZANELLA\AISE