Il presidente della Figc Gabriele Gravina aveva assicurato il pugno di ferro per cancellare quella che, finalmente, anche le istituzioni calcistiche iniziano a considerare un'insopportabile piaga del nostro calcio: i cori razzisti o di discriminazione territoriale. "Dal prossimo weekend sospensione delle partite ai primi cori", la minaccia del nuovo boss del calcio italiano.

Intanto, però, per il fine settimana appena trascorso c'è stata ancora la consueta impunità per le lunghe e penose litanie di offese, insulti e improperi maleducati che, addirittura, alla Dacia Arena hanno accomunato più volte i tifosi di Udinese e Roma, avvicinate dall'odio per Napoli e unite, in maniera quasi romantica, dal vergognoso "Vesuvio lavali col fuoco".

E che dire dei "soliti" improperi dello Juventus Stadium, ascoltati distintamente durante il match contro la Spal. In attesa del promesso pugno di ferro, la solita innocua carezza del giudice sportivo: 15mila euro di multa con diffida alla Juventus, 10mila di multa alla Roma, 5mila all'Udinese.

Con la seguente motivazione: "Per avere i suoi sostenitori intonato un coro insultante di matrice territoriale nei confronti della tifoseria di un'altra squadra". Per chiudere le curve e tenere lontani i maleducati dagli stadi, riempiendoli finalmente con famiglie e bambini, cosa dovrà accadere?