Si respira un clima di sfiducia e rassegnazione a Montevideo sul destino del suo Comites, il Comitato degli Italiani all’Estero. Bloccato e inoperante lungo tutto questo silente 2018, il Comites è tornato a riunirsi giovedì sera alla Casa degli Italiani dopo diversi mesi.

A emergere -per l’ennesima volta- è stata la rottura tra i due gruppi che tengono in vita l’esecutivo sopravvivente guidato da Alessandro Maggi: da una parte Filomena Narducci, dall’altra Renato Palermo, consigliere uruguaiano del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero). Lo scontro tra le due fazioni si sta consumando da mesi con accuse reciproche e pochi segnali distensivi. L’ultimo dissidio si è consumato sulla presentazione del bilancio preventivo relativo ai finanziamenti che verranno chiesti per il prossimo anno.

In base a quanto spiegato, il Comites ha ancora in cassa il denaro che avrebbe potuto spendere per quest’anno e che invece è avanzato. Tuttavia, il problema principale che sta alla base della fragilità del Comites è però un altro. Ad affossare l’organo che rappresenta la collettività italiana dell’Uruguay sono i consiglieri della lista Maiu (Movimento Associativo Italo Uruguaiano) guidati da Aldo Lamorte che ne stanno praticamente boicottando il suo funzionamento da oltre un anno con ripetute assenze.

L’unica eccezione è quella di Domingo Cairello, il solo tra i consiglieri della lista che non ha rinunciato al suo incarico. Queste assenze, ricordiamo, sono determinanti per il corretto funzionamento dell’organismo e infatti hanno portato spesso alla sospensione delle sedute a causa della mancanza del numero legale.

"La responsabilità" -ha affermato il presidente Maggi- "è di tutti i consiglieri eletti. Da un anno a questa parte alcuni hanno deciso di non partecipare". Alla luce di queste motivazioni, si era chiesto nei mesi scorsi l’espulsione dei consiglieri assenti per poter fare abbassare il quorum e così garantirne il corretto funzionamento. Tra l’altro, come ha chiarito recentemente il Ministero degli Esteri in una nota, dopo 3 assenze consecutive ingiustificate sarà possibile espellere un consigliere. Ma a decidere la giustificazione o meno di un’assenza sarà lo stesso Comites e fino ad ora non sono state prese decisioni.

Vista la situazione di stallo sorge spontanea una domanda: dove sono i controllori? Chi dovrebbe vigilare sul rispetto delle regole lo sta effettivamente facendo? "Bisogna dirlo chiaramente: qui c’è la volontà di ostacolare il funzionamento di questo Comites. Con un altro ambasciatore la situazione sarebbe stata molto diversa. Ci sarebbe stato un intervento diretto".

Il riferimento -sussurrato durante l’ultima seduta da un membro dell’esecutivo- chiama in causa ancora una volta l’ambasciatore Gianni Piccato che si disinteressa del problema e lascia in agonia un Comites moribondo e inefficiente. A chi fa comodo tutto questo? "Il Comites deve lavorare, deve produrre. Altrimenti a che serve?" si è chiesta sconsolata il capo della Cancelleria consolare Antonella Vallati pur non entrando nei dettagli e interpretando il pensiero di molti. "Questo è l’organo che rappresenta tutta la collettività italiana e non può essere solo un terreno di scontro. Io non so come andrebbe fatto e non è il mio compito ma i cittadini si aspettano che funzioni, che si discuta di progetti, di idee e di attività anche con visioni contrastanti. Cosa verrà fatto il prossimo anno?". Domande a cui per il momento non si trovano risposte.