Curuzú Cuatiá è una città dell'Argentina, si trova nel sud della provincia di Corrientes. Il nome è nella lingua guaraní, significa croce di carta ha una popolazione di quasi 35.000 abitanti, ma adesso è anche la protagonista di una storia per certi versi unica. Quattro anni fa Elena Bonatti, sentì che c'era qualcosa che non andava nel proprio corpo, un tumore al seno, grande e aggressivo. Chemioterapia, ma anche un intervento chirurgico per far scomparire il cancro. Ma con il tempo quel male è tornato a farsi vedere, ma nonostante tutto, Elena non si è preoccupata, le cure le ha proseguite in Italia, a Milano, ma mentre si trovava lontano dall'Argentina, ha deciso anche di investire 15 milioni di dollari per un centro oncologico pubblico, a Curuzú Cuatiá con la volontà di ricreare le stesse condizioni che aveva trovato, per curarsi, a Milano. Stessa tecnologia, identiche capacità. Un progetto ambizioso, ma soprattutto per tutti. La famiglia Bonatti è italiana, anche se Elena è nata in Argentina proprio perché il padre a Curuzú aveva acquistato del terreno e durante gli anni Sessanta la famiglia soleva passare gli inverni in questa parte dell'Argentina. Un amore per la provincia di Corrientes condiviso anche dai quattro fratelli e dai suoi figli. E per questo attaccamento alla terra di questa parte dell'Argentina, Elena Bonatti ha deciso che il suo centro venisse costruito proprio a Curuzú Cuatiá. E ora nonostante alcune difficoltà di ordine burocratico il Centro, dedicato alla madre di Elena, Anna Rocca de Bonatti, è quasi pronto ad aprire le proprie porte. Infatti quando la provindia di Corrientes, che comunque aveva promulgato anche una legge al proposito, per agevolare il Centro, aveva poi espresso l'impossibilità di gestire la struttura, 10.000 persone si sono mobilitate per il progetto di Elena Bonatti. "So bene cosa vuol dire il cancro - ha detto Elena - e so anche che la gente deve andare fino a Buenos Aires o a Corrientes per curarsi. Una situazione difficile e devo dire la verità tra Milano e qui c'è un abisso, ora spero che questo Centro sia d'aiuto alla popolazione".