Panforte mito di Siena. Ricciarelli vanto di Siena. I cavallucci specialità dolciaria numero tre di Siena. Eccellenze italiane griffate Nannini. Un’industria da rilanciare quella dei dolci tipici senesi. Una scommessa che Nannini Network conta di vincere a breve. Anche il caffè, non solo i dolci che, con il Palio, il prosciutto di cinta senese, e poco altro hanno reso Siena famosa nel mondo, al di là della sua bellezza e della storia che emanano fascino ad ogni passo. Panforte, ricciarelli e cavallucci di Nannini davano lavoro a tremila persone, cinquemila con stagionali e confezionamento. La crisi ha ridotto tutto e tutti, al limite delle cinquecento unità.

Il brand di accertato indubbio prestigio fu di Danilo Nannini, il patriarca, storico presidente del Siena Calcio, papà della rockstar Gianni e di Alessandro, ex pilota di formula Uno, che ha ereditato dal padre l’industria dolciaria senese. L’erede che funziona ora da motore nella corsa al rilancio in grande stile del marchio. Ma i soldi, dove sono, ci sono? Eccoli, li mette, e tanti, un magnate kazako attivo nel settore del petrolio, del gas e nell’alberghiero. Sarebbe diventato un innamorato cotto di Siena, intanto ha comprato una villa a Santa Colomba. Dove vive qualche mese all’anno, quando può concedersi pause dal lavoro che lo assorbe a Mosca. Uno che vuole mantenere l’anonimato? Macchè, si chiama Igor Bidilo, è il socio di maggioranza, all’ottanta per cento, della Sielna spa. Un’ambiziosa società che punta all’espansione planetaria dello storico marchio Nannini.

Il magnate kazako ha già investito 30 milioni e prevede di metterne altri 40 entro il 2023. L’obiettivo palese è la creazione di una filiera che parta dall’attività agricola di produzione della materia prima (farina, cioccolato, miele, canditi, fichi) in due stabilimenti di trasformazione. Lo sbocco previsto è in cinquanta shop, punti vendita e di ristoro con Siena punto di partenza. Panforte e ricciarelli in versione appunto imperiale punteranno alla conquista del mondo. Diventeranno universali, lontano da piazza del Campo. Cinquanta punti di ristoro e shop in tutta Europa. Il business dovrebbe lievitare da 27 milioni di euro di fatturato e quattrocento dipendenti nel 2019 a 65 milioni di euro di ricavi e mille addetti al compimento del piano industriale quadriennale.

Il primo delicato passo ha permesso a Sielna spa di ricondursi, tramite la controllata al 100% della Dolci Nannini Siena. La galassia del dolce è diventata progressivamente opaca. In questo senso: il marchio industriale in gestione a Villa dell’Ombrellino, la chiusura di bar storici e altro. Un’operazione costata a Sielna parte dei primi trenta milioni investiti in acquisizioni, affitti immobiliari e licenze. Dovendo inoltre considerare il coinvolgimento nell’affare di un’altra società, la Ansa&Colt. Alessandro Nannini conserverà il ruolo di responsabile commerciale dello sviluppo del marchio. Il network Nannini dispone di 107 ettari di terreno per la produzione della materia prima per panificare.

Due gli stabilimenti di trasformazione della materia prima in prodotti. L’intreccio societario realizza la "nannizzazione" della "Siena da bere e da gustare", in particolare in piazza del Campo. A Siena i locali Nannini che mantengono il marchio storico sono sette: il Conca d’Oro, Posta, Nanni Massetana, Nannini Toselli, Gran Caffè Siena, l’Antica Osteria dei Bigelli, il Cuoricino. Nei prossimi mesi è prevista l’apertura, sempre in piazza del Campo, nei locali dell’ex Mazzuoli e Colombini, di un locale con all’interno un vero e proprio mulino che mostra l’esecuzione dell’intero ciclo produttivo. I cinquanta punti ristoro sparsi in Europa saranno di tre format diversi. Trenta bar a marchio Nannini con ristorazione veloce. Una decina ("Lievito madre-selezione Nannini") orientati su pasti veloci, pizza e altro, tutti di alta qualità. Impiegheranno materia prima proveniente dall’azienda agricola del network Nannini. Una nuova etichetta di prodotti esclusivamente artigianali, dolci tipici, pane e pasta fresca. E dodici ristoranti storici che fanno già parte del gruppo, come Alla Speranza di Siena o il Valentino Village di Milano.

Il network, pienamente a regime, potrà contare su due abbinamenti per la produzione di dolci tipici, prodotti da forno, pasta fresca, gelati, caffè. Già scelta e decisa l’ubicazione: uno in Pian del Casone a Monteriggioni a marchio Nannini; l’altro completamente nuovo in Cerchiaia, destinato alla produzione artigianale e fresca. L’approvvigionamento dovrebbe avvenire in gran parte con la materia prima proveniente dalle proprietà che il gruppo possiede nel comune di Monteriggioni: un mulino e oltre cento ettari di terreno destinati, nel 2018, al farro tenero. L’anno prossimo è prevista la produzione di notevoli quantità di farro, avena, cereali. In moto tale da assicurare al gruppo il fabbisogno necessario alla produzione di pane, pasta, farine. Ma i lavoratori? Duecento assunzioni sono previste nei prossimi due anni; sessanta entro aprile 2019. La selezione per il reclutamento di nuovo personale è già avviata. Hanno presentato il curriculum anche laureati in economia e biologia, sono le figure strettamente legate alla ristorazione.

Franco Esposito