Luigi Di Maio ha inventato un nuovo strumento di propaganda: il test a crocette sulla manovra. Da completare durante i pasti delle vacanze di Natale. A rischio che lasagne e panettoni restino sullo stomaco.

Anche in questo caso basta dare una scorsa ai temi toccati da Di Maio per scoprire che la "manovra del cambiamento" potrebbe avere ricadute ben poco allegre sulle tasche dei cittadini.

Senza considerare che Di Maio "scorda" di aggiungere all'elenco due voci fondamentali: l'aumento dell'Ires - VERO - che raddoppierà le tasse per gli enti no profit fondamentali ad esempio per la cura dei disabili o di minori in situazioni di difficoltà; e l'ecotassa - VERO - che porterà a una stangata su diverse automobili.

Vero, l'aumento dell'Iva non scatterà nel 2019. Ma le clausole stellari volute da Bruxelles e inserite in legge di bilancio dai gialloverdi potrebbero costare 1200 euro a famiglia a partire dal 2020.

Capitolo pensioni: con il taglio al recupero dell'inflazione per le pensioni sopra i 1500 euro, ci sarà una decurtazione che può arrivare fino a 170 euro al mese.

Il piano di investimenti che doveva sbloccare risorse per opere importanti è stato ridotto quasi dei due terzi, da 9 a 3,6 miliardi di euro nel corso del triennio.

E poi quota 100 e reddito di cittadinanza, le misure bandiera di Lega e 5 Stelle, non sono ancora definite perché verranno scritte con appositi decreti. Ma già sappiamo che sono state decurtate le risorse ipotizzate inizialmente: da 9 a 7,1 miliardi per il reddito, da 6,7 a 4 miliardi per il superamento della Fornero. Decisamente troppo poco perché i provvedimenti mantengano la forma che era stata promessa in campagna elettorale.

Le tasse per banche e assicurazioni sono pesanti, circa 4 milardi all'anno, e infatti creano perplessità nella stessa Lega.

Come spiega il Corriere della Sera, gli istituti di credito rischiano di trovarsi in difficoltà con i margini di guadagno già ridotti dalla crescita dello spread e dei tassi di interesse. Chi ne farebbe le spese? I correntisti, ovvero i cittadini.

Ancora: il taglio delle spese militari, 500 milioni di euro spalmato in 12 anni, fa il solletico a un budget da 25 miliardi all'anno.

Il gioco d'azzardo è più tassato, tradotto: più introiti per lo Stato, che delle macchinette è il concessionario. Senza un piano d'azione di larga visione, non sarà un piccolo balzello a fermare la ludopatia. Infine non c'è il blocco delle assunzioni dei ricercatori, ma la manovra investe briciole sul comparto istruzione e ricerca.

Non basteranno a risollevare il sistema di formazione italiano: vero o falso?