Spesa fuori controllo e scellerati tagli delle tasse negli Stati Uniti, ingombrante presenza del settore pubblico in Europa, mancanza di trasparenza e spinte accentratrici del governo cinese. Sono questi gli elementi che contribuiscono a rendere l'aumento del debito globale un fattore di rischio per il Pianeta. A dirlo in una intervista a "La Stampa" è Eugene Fama, premio Nobel per l'economia nel 2013, e professore all'Università di Chicago, considerato 'il padre della finanza moderna', con particolare riguardo allo studio di modelli di mercato efficienti. Un debito planetario di 250 mila miliardi di dollari non può far parte di un modello di mercato efficiente: "Un indebitamento così alto è un enorme rischio, anzi direi un doppio rischio perché ad ogni debitore corrisponde un creditore, ovvero un soggetto che eroga un prestito. In caso di inadempienza o di default pertanto non solo chi ha contratto il debito rischia di andare a gambe all'aria, ma anche il creditore rimane danneggiato. Stiamo parlando di tutte le forme di debito, da quello delle famiglie a quello delle imprese oltre ovviamente al debito pubblico".