La voglia di combattere l'odioso fenomeno del razzismo, dei buuu, dei cori imbecilli di discriminazione territoriale è già passata a tutti. Nonostante il protocollo Uefa imponga di sospendere le partite in cui si percepiscono chiaramente cori e ululati - esempio per tutti: Inter-Napoli con i buuu a Koulibaly - il calcio italiano fa ancora una volta finta di niente, si volta dall'altra parte e annuncia tolleranza zero, ma verso chi si lamenta.

Matteo Salvini in conferenza stampa detta le linee da seguire: "Nessuna sospensione delle partite per i cori razzisti, gli stadi devono continuare a essere colorati e coloriti". Il ministro dell'interno per "coloriti" intende forse stadi dove si intonano cori come quelli da lui stesso cantati quando era attivista rossonero: "Senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani". Offese vere e proprie, derubricate a sfottò. Addirittura a simpatiche goliardie.

Annunciata un'altra novità: "Il ritorno delle trasferte organizzate". Sì, proprio quelle abolite alcuni anni fa perché costavano troppo, visto l'ampio contingente di forze dell'ordine da tenere impegnato per tutto il giorno. Ora che l'Italia ha ritrovato la solidità economica (!), evidentemente, può permettersi di impiegare centinaia di migliaia di euro ogni weekend per garantire corpose scorte agli ultras fuori casa. "Le persone sottoposte a Daspo sono circa 6.500 rispetto a un fenomeno che coinvolge 12 milioni di appassionati", prosegue Salvini. "L'obiettivo è sradicare la delinquenza da dentro e da fuori gli stadi e su questo utilizzeremo ogni mezzo. Sì alle trasferte collettive, maggiormente controllabili rispetto a centinaia di auto e di minivan".

D'accordo sui vaghi intendimenti di Salvini anche il presidente Figc Gravina, passato dalla tolleranza zero annunciata il giorno dopo i fatti di Inter-Napoli al permissivismo più totale: "Il calcio è partecipazione, vogliamo sradicare tutti i fenomeni di violenza e di maleducazione a qualsiasi livello, sia dentro che fuori gli stadi. La Figc sarà parte diligente in questo processo virtuoso", la promessa. Anch'essa vaga e indefinita, visto che non si capisce in concreto in cosa consista il processo virtuoso secondo cui chi è maleducato allo stadio d'ora in avanti non dovrà esserlo più, visto che l'hanno appena autorizzato a esserlo ancora.

Sulla stessa falsariga pure il sottosegretario con delega allo sport Giorgetti, per il quale la delinquenza e la maleducazione da stadio sono una questione di orario e sono figlie delle dichiarazioni di qualche presidente: "Abbiamo ribadito alle società di calcio che gli orari delle partite devono essere subordinati a condizioni di agibilità e pertanto devono essere gestiti con le autorità di pubblica sicurezza. I tesserati, inoltre, nelle loro dichiarazioni pubbliche non devono alimentare la retorica".