Sono rapporti quasi “inesistenti” quelli che esistono attualmente tra il Friuli e l’Uruguay. Non è certo una novità la denuncia di questa situazione ma è comunque un appello considerevole quello che è stato lanciato giovedì sera alla Casa degli Italiani di Montevideo da Adriano Luci, presidente dell’Ente Friuli nel Mondo in questi giorni in missione istituzionale in Argentina e Uruguay. “Sono rimasto molto stupito nel constatare questa situazione nonostante tutte le caratteristiche che ci accomunano dalla storia alla cultura ma anche nel modo di essere e di pensare. Qui c’è una straordinaria italianità non sfruttata. Si può fare di più. Si deve fare di più perché non si può vivere soltanto di ricordi”.

Adriano Luci

Intitolata “Le imprese del Friuli e la globalizzazione: le esperienze del passato e le nuove sfide”, la conferenza è stata organizzata in occasione della giornata dell’apertura ufficiale degli atti dei festeggiamenti per il settantacinquesimo anniversario di fondazione della Famée Furlane, associazione che riunisce emigrati e discendenti friulani in Uruguay.

Nel descrivere le particolarità del tessuto economico di questa regione settentrionale, Luci ha parlato di un “piccolo territorio” capace di sviluppare dal secondo dopoguerra in poi “un sistema produttivo oggi all’avanguardia e ulteriormente avvantaggiato dalla sua posizione strategica come punto d’accesso per l’Europa”. Tra i settori citati, ci sono innanzitutto l’industria navale e la siderurgia a cui seguono la meccanica e l’arredo e ultimamente anche l’agroalimentare. Si tratta di un sistema basato sulla piccola e media impresa “aperto al mondo” e “con una forte propensione all’esportazione vista anche la sua posizione come terra di confine”.

Scatti della conferenza

Secondo l’ex presidente di Confindustria Udine, il contesto per favorire scambi commerciali tra il Friuli e l’Uruguay sembrerebbe quello ideale. “Le opportunità esistono in diversi settori. Bisogna solo trovare il modo per stimolare gli scambi commerciali facendo incontrare gli imprenditori e capire le loro esigenze e le loro necessità”.

Andando indietro nel tempo, qualcosa recentemente è stato fatto anche se non sembrano esserci stati dei risultati concreti: nel marzo del 2017, dopo una quindicina d’anni, ci fu la visita istituzionale dell’allora presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. Uno dei punti principali di quell’incontro fu proprio quello dell’incremento degli scambi commerciali con la particolare importanza del porto di Trieste come porta d’accesso strategica verso l’Europa del centro e dell’est: “L’Uruguay potrebbe fare di Trieste un punto fondamentale per l’esportazione dei suoi prodotti” disse la Serracchiani nella sua intervista a Gente d’Italia. Quella visita portò anche alla firma del protocollo di intesa tra il Friuli e l’Uruguay nell’ambito della cooperazione culturale.

“Tutto questo è utile però non basta” ha affermato Luci proponendo un augurio speciale per il settantacinquesimo anniversario della Famée Furlane di Montevideo: “Mi auguro che in occasione di questo importantissimo traguardo si possa organizzare una missione reciproca tra imprenditori. Bisogna far conoscere le due realtà e capire quali sono i settori dove si potrebbe intervenire. Cosa può offrire il Friuli? E l’Uruguay cosa può dare in cambio? Io credo che esistano diversi punti di contatto. Prima però è fondamentale creare le condizioni per far nascere queste relazioni umane che hanno bisogno di essere nutrite.” “Dobbiamo concentrarci” -ha concluso nel suo dettagliato intervento- “in modo particolare sui giovani perché loro rappresentano il futuro. La mia è una proposta, una sfida ma anche una grande possibilità per la crescita reciproca. Questo sarebbe il modo migliore per celebrare il grande lavoro fatto dalla Famée Furlane in questi anni”.

Matteo Forciniti