Lo scorso 15 dicembre il ponte di Carmelo fu colpito da un grave incidente. Trascinati dalla forte corrente del fiume, diverse imbarcazioni colpirono danneggiando seriamente quello che viene considerato come il simbolo di questa cittadina del dipartimento di Colonia. Pochi giorni fa si è conclusa la prima parte dei lavori di riparazione e il ponte è tornato ad essere transitabile anche se -prevedono le autorità- bisognerà aspettare ancora altre due settimane per la fine dei lavori.

Il ponte di Carmelo dopo l'ultimo incidente

“Dopo le polemiche e i forti scontri all’interno del mondo politico adesso qui siamo tornati per fortuna alla normalità” commenta a Gente d’Italia Mirna Brusco presidente della Società Italiana Vittorio Emanuele II. “Indipendentemente dalle responsabilità dell’accaduto, la realtà è che questo periodo è stato molto difficile per le persone che sono rimaste dall’altro lato del ponte”.

L'incidente del ponte di Carmelo (foto tratta da El Observador)

Prodotto in Germania e inaugurato nel 1912 come il primo del suo genere in Sud America, il ponte girevole di Carmelo si trova sopra l’Arroyo de las Vacas, un corso d’acqua che attraversa il dipartimento di Colonia e sfocia nel Río della Plata. Nel corso degli anni si è trasformato in una delle principali attrazioni turistiche della zona.

Il ponte di Carmelo il giorno dell'inaugurazione

“Questo ponte ha rappresentato un elemento di grande innovazione per questo territorio” spiega lo storico Gonzalo Parodi descrivendo il periodo in cui venne progettato: “Era l’Uruguay batllista (sotto la presidenza di José Batlle y Ordóñez) che entrava nella modernità e aveva bisogno di creare le infrastrutture necessarie. Il ponte venne inizialmente pensato per uso ferroviario ma poi ne venne ampliata la sua funzionalità. Nel corso degli anni venne utilizzato principalmente per trasportare la pietra che era una delle risorse più importanti che offriva la zona”.

Gonzalo Parodi

Come tante storie dell’Uruguay anche quella del simbolo di Carmelo ha la sua buona dose di italianità come ricorda Parodi: “A inizio novecento qui risedeva già un’importante comunità italiana come dimostra d’altronde l’esistenza della Società Italiana. Purtroppo non esistono documenti ufficiali sui lavoratori che costruirono il ponte ma senza alcun dubbio possiamo supporre che la presenza italiana era molto forte tra questi lavoratori. Tantissimi emigrati italiani, inoltre, parteciparono nell’estrazione della pietra, sia tra gli imprenditori che tra gli operai che la trasportavano anche attraversando quel ponte”.

Il tragico incidente del 1951

Parodi racconta poi una drammatica vicenda avvenuta il 12 novembre del 1951, alcuni giorni dopo uno scontro tra imbarcazioni che danneggiò il ponte in modo abbastanza simile a quanto avvenuto recentemente: “Anche quell’episodio fu provocato dalla forte corrente che interessava il corso d’acqua e trascinò con sé delle vecchie imbarcazioni. Nei lavori di riparazione venne usata della dinamite che fu fatta esplodere per sbaglio sott’acqua. Questo incidente provocò la morte di un lavoratore polacco e il ferimento di altre cinque persone tra cui due italiani, il trentasettenne José Guiunta e il diciottenne Alberto Barbieri”.

Matteo Forciniti