Mettete da parte Giuseppe Conte, che trascorre imbambolato un “anno bellissimo”, e i suoi due vice Di Maio e Salvini. La figura politica emergente è ormai un’altra: l’esaltante ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, uno che liquida la questione della TAV, che costerebbe diversi miliardi di euro all’Italia in caso di rinuncia, con questa profonda e accurata analisi politica :”Chi se ne frega di andare a Lione”.
Andavamo in cerca di un vero statista e l’abbiamo finalmente trovato! Il nostro eroe si era in precedenza esibito in altre spericolate ma assai puntuali argomentazioni.

Ultima della serie la richiesta perentoria di nazionalizzare l’autostrada del Brennero che è già in mano pubblica per l’84 per cento ma che ha il vizio di bloccarsi quando nevica.
Danilo questo non lo permette. Quanto ai giornali che lo criticano, dovrebbero “chiedere scusa e vergognarsi” e meritano di “chiudere i battenti”.

Intanto i due comprimari litigano su tutto, mentre il premier Conte sembra sempre di più una pallina da ping pong. Perché non c’è solo la questione della TAV da dirimere ma bisognerebbe decidere l’atteggiamento italiano sul Venezuela scegliendo fra Guaidò e Maduro.

La Lega attacca il regime ma il M5S lo difende, nonostante l’avvertimento di Mattarella.
I due pazienteranno solo per poco, nel frattempo mostreranno al Paese i propri cavalli di battaglia.

Il leader dei 5 stelle l’ha già fatto scoprendo la card del reddito di cittadinanza come se fosse un capolavoro architettonico. Accanto a lui Conte non risparmiava sorrisi.
Puntuale è arrivata la doccia fredda dei tecnici e dei partiti di opposizione.

Salvini attende con impazienza di celebrare “Quota 100”, mettendo fuori dai giochi la legge Fornero sulle pensioni. Implacabile Tito Boeri, in procinto di essere giubilato da presidente dell’INPS ha fatto sapere che con “Quota 100” il passivo potrebbe crescere di 90 miliardi”.

L’ha subito contraddetto il consulente del ministero, Pasquale Tridico, sostenendo che “le stime dell’INPS sono sbagliate”. Pesa molto più del previsto la vicenda della nave Diciotti bloccata dal leader leghista.

Tutti escludono che faccia parte di segreti negoziati in corso, ma è un fatto che Salvini, che sembrava intenzionato ad accettare l’autorizzazione a procedere, negli ultimi giorni è apparso preoccupato ed ha detto più volte che un eventuale voto dei 5 stelle a favore della richiesta del magistrato siciliano avrebbe conseguenze immediate sul governo.

Ne consegue che la definizione di “maionese impazzita” riferita alla situazione politica e alle contraddizioni della maggioranza di governo è assolutamente calzante e appare destinata a protrarsi fino alle elezioni europee del prossimo mese di maggio.

I sondaggi odierni ci dicono che la Lega di Salvini è sempre di più primo partito, con una percentuale impressionante, il 33,8 per cento. Duro il calo dei Cinque Stelle con immediato rovesciamento dei rapporti di forza nell’attuale rissosa coalizione. I pentastellati scendono al 24 per cento e il loro distacco da Salvini sfiora i 10 punti percentuali.
Se le elezioni europee confermassero questo preoccupante (per DI Maio) trend, gli ottimisti prevedono un corposo rimpasto di Governo abbastanza tranquillo.

Gli altri scommettono invece sulla crisi con la richiesta a Mattarella di indire elezioni anticipate. L’unico elemento di consolazione è che nelle due diverse circostanze potremmo forse liberarci di Toninelli.

(Carlo Luna)