Una notizia terribile, che scuote il mondo dello sport italiano. E manda l'atletica leggera sotto choc. Una notizia agghiacciante, che ricorda i casi nel calcio di Robert Enke e Gary Speed, rispettivamente portiere della nazionale tedesca e ct del Galles. Maura Viceconte, 51 anni, azzurra all'Olimpiade di Sydney 2000 e tuttora primatista italiana dei 10.000 metri, ha fatto come loro: si è tolta la vita. La conferma è arrivata dai carabinieri della compagnia di Susa che hanno trovato il corpo dell'atleta nel pomeriggio di ieri, 10 febbraio, nella sua abitazione a Chiusa San Michele, dove Maura era nata.

L'ATLETA SI E' IMPICCATA
La stesse fonti hanno precisato che si è impiccata, particolare terribile che accomuna ancor di più la sua storia a quella di Speed. Della Viceconte si sa che "dovette confrontarsi per lunghi anni con la malattia" come ha ricordato la Fidal che piange la scomparsa di un'atleta che ha rappresentato a lungo l'Italia tra gli anni '90 e primi anni 2000.

BRONZO EUROPEO A BUDAPEST
Bronzo agli Europei di Budapest 1998, la piemontese di Susa, oltre a detenere tuttora il primato nazionale dei 10.000 metri, è stata capace di imporsi in numerose maratone di rilievo, cogliendo successi a Venezia, Montecarlo, Carpi, Roma, Vienna (quando corse in 2h23:47, all'epoca record italiano), Praga e Napoli.

AVEVA DOVUTO "COMBATTERE" PER LA PROPRIA SALUTE
Terminata la carriera agonistica, Maura Viceconte aveva dovuto "combattere" per la propria salute, ma lo scorso novembre aveva promosso e fatto proiettare a Villar Dora un docufilm sulla sua vita e la sua carriera, "La vita è una maratona - La corsa il modo di vivere", realizzato dal regista e amico Luigi Cantore, che le aveva permesso di tornare a confrontarsi con amiche e avversarie del tempo. Quel giorno era apparsa felice, adesso invece c'è solo il silenzio. Di sicuro c'è che, in campo sportivo, come scrive la Fidal, la sua è "un'eredità che andrà sicuramente raccolta, anche se al momento a prevalere è un senso di tristezza infinita".